Violente azioni dei conquistatori di Roma - Quae manent 2 pagina 58 numero 30
Galli ingressi urbem...
I Galli entrando in città giunsero attraverso la porta Collina che era aperta nel foro. Da lì, lasciato un semplice presidio, per non compiere un qualche attacco dalla rocca o dal campidoglio contro coloro che erano disordinati i Romani, sparpagliandosi in direzione della preda per le vie vuote, alcuni si precipitarono sui tetti più vicini, altri si diressero verso i tetti più lontani, come se questi fossero finalmente intatti e pieni di bottino;
da lì, affinché un inganno ostile non sorprendesse in alcun modo coloro che vagabondavano, dopo essersi raccolti ritornavano al foro e nei luoghi più vicini al foro; osservavano pieni di rispetto gli uomini che erano seduti nei vestiboli delle dimore, per l'ornamento e l'abito più maestoso dell'umano simili alle divinità. stando rivolti verso di loro come alle immagini, si dice che un certo M. Papirio, uno di questi, percosse sul capo con un bastone d'avorio un Gallo che, accarezzava la sua barba, visto che a quei tempi era per tutti lunga e scaturì l'ira dei Galli:
da ciò infatti sorse l'inizio della strage, tutti gli altri vennero trucidati sui loro sgabelli.
Versione tratta da Livio