At qui sunt ei qui rem publicam ...
Ma chi sono quelli che si sono impadroniti dello Stato? Uomini scelleratissimi, dalle mani insanguinate, di immensa avidità, malvagissimi e allo stesso modo estremamente arroganti, per i quali la lealtà, l'onore, la pietà, insomma tutte le cose oneste e disoneste, sono fonte di profitto.
Così, quanto peggio si comportò ciascuno, tanto più è al sicuro: hanno fatto passare il timore, dalla propria scelleratezza, alla vostra viltà: e il desiderare le medesime cose, il disprezzare le medesime cose, il temere le medesime cose ha riunito tutti costoro in uno solo. Ma se ciò tra gli onesti è amicizia, tra malvagi è complicità.
Che se voi aveste tanta cura della libertà, quanto quelli sono smaniosi di dominio, di certo lo Stato non sarebbe, come ora, devastato, e i privilegi nelle vostre mani sarebbero per i migliori, non per i più sfrontati.
I vostri antenati, per i diritti, per due volte occuparono armati l'Aventino per mezzo di una secessione, e voi, in difesa della libertà che avete ricevuto da quelli, non vi adopererete con il massimo sforzo?