Eadem rei publicae tempestate C. Fabius Dorsuo ...
Nel medesimo burrascoso periodo per la repubblica, C. Fabio Dorsuone offrì un memorabile esempio di osservanza religiosa:
infatti, mentre i Galli assediavano il Campidoglio, affinché non fosse impedito il rito sacrificale fissato dalla famiglia Fabia, vestitosi alla maniera gabina, portando nelle mani e sulle spalle gli oggetti di culto, attraverso i posti di guardia dei nemici arrivò sul colle Quirinale. Dopo che furono lì compiuti solennemente i riti sacri, fece ritorno in Campidoglio come un vincitore, nell'adorazione quasi divina delle armi vincitrici. Anche al tempo dei nostri antenati, quando P. Cornelio e Bebio Tanfilo erano consoli, si ebbe grande cura di osservare il culto.
Se veramente, mentre dei contadini smuovevano la terra in profondità nel terreno dello scriba L. Petilio alle pendici del Gianicolo, essendo stati rivenuti due sarcofagi di pietra, dei quali in uno l'iscrizione rendeva noto che ci fosse il corpo di Numa Pompilio e nell'altro erano stati nascosti sette libri latini di diritto pontificale ed altrettanti (libri) greci di precetti filosofici, fecero custodire con grande cura quelli latini, mentre i greci, poiché erano giudicati in qualche modo tesi ad indebolire la religione, il pretore urbano Q. Petilio, acceso il fuoco, li bruciò al cospetto del popolo, su ordine del senato e per mano dei ministri dei sacrifici:
gli antichi non vollero, infatti, conservare in questa città nessuna cosa per mezzo della quale gli animi degli uomini fossero distolti dal culto degli dei.