Iam vero ille, qui cum Aetolis Ennio comite bellavit ...
Davvero quel famoso Fulvio, che combatté contro gli Etoli con Ennio per compagno, non esitò a consacrare alle Muse le spoglie di guerra.
Per questa ragione, nella città in cui i comandanti, ancora armati, onorarono il nome dei poeti e i santuari delle Muse, i giudici civili non devono essere estranei alla lode delle Muse e al benessere dei poeti. E affinché facciate ciò più volentieri, subito mi rivelerò a voi, o giudici, e vi confesserò il mio, per così dire, desiderio, forse eccessivamente acceso, e tuttavia certamente onorevole, di gloria.
Le azioni, infatti, che durante il mio consolato ho compiuto insieme a voi per la salvaguardia di questa città e del governo, per la vita dei cittadini e pressoché tutto il complesso dello stato, il poeta Archia le ha menzionate ed ha iniziato a scriverle in versi: ascoltati questi, poiché mi sembrò un'opera rilevante e pregevole, lo esortai a completarla.
Il valore, infatti, non desidera altro compenso delle fatiche e dei pericoli fuorché questo dell'apprezzamento e della gloria: e invero tolta questa, o giudici, che cosa resta per cui noi, in questo corso tanto breve e transitorio della vita, ci adoperiamo tra sforzi così grandi?