Ut Antonius rediit in Italiam nemo non magno ...
Quando Antonio fece ritorno in Italia, tutti ritenevano che Attico fosse in grande pericolo a causa dell'intima amicizia con Cicerone e Bruto.
Perciò, all'arrivo dei comandanti, egli (- Attico) si era allontanato dal foro, temendo la proscrizione, e stava nascosto presso P. Volumnio, al quale, come abbiamo detto, poco tempo prima aveva prestato aiuto, e con sé teneva Q. Gellio Canio, suo coetaneo e a sé molto somigliante.
Antonio però, nonostante nutrisse un odio così grande nei confronti di Cicerone, tuttavia fu memore del favore di Attico, e gli scrisse di sua mano di non temere, e di andare subito da lui. Fece poi rimuovere dal numero dei proscritti lui e, grazie a lui, Canio.
Inoltre, affinché non si imbattesse in un qualche pericolo, cosa che di notte capitava, gli mandò una scorta. Così Attico, nel grandissimo timore, fu d'aiuto non solo a sé stesso, ma anche a colui che aveva tanto caro.