La cerva di Sertorio (Versione latino Gellio)
La cerva di Sertorio
versione di latino di Gellio
diversa a seconda dei libri
traduzione da vari libri Velim pag. 143 N° 91 - Tirocinium vol. 2
dal libro Velim pag. 143 versione n. 91
Una cerva bianca di grande bellezza e di assai notevole velocità fu data in dono da un certo Lusitano a Sertorio.
Quella cerva in un certo giorno, dopochè era stata annunciata l'incursione dei nemici, turbata dal trambusto, si diede alla fuga e si nascose nella vicina palude; e in seguito, dopo esser stata cercata, si credette che fosse morta. Non molti giorni dopo viene annuciato a Sertorio che la cerva era stata ritrovata.
Allora ordinò al servo che l'aveva trovata di tacere e di non dire ciò a nessuno, e ordinò di portarla il giorno dopo nel posto in cui egli stesso si sarebbe trovato con degli amici. In seguito, invitati degli amici il giorno dopo, disse che la cerva, che era morta, gli era apparsa in sogno tornare da lui, e come prima (disse)
che aveva avvertito che cosa dovesse fare. Allora da al servo il segnale; la cerva irruppe nella stanza di Sertorio; l'ammirazione e la facinoleria dei barbari furono di grande aiuto a Sertorio in molte imprese
dal libro Romanorum cultus
Sertorio cerva alba eximiae pulchritudinis a Lusitano quodam donata esse narratur, quae brevi tempore tam mitis facta est, ut eum velut canis sequeretur....
Da ancora ancora altro libro di testo e tirocinium
Si narra che a Sertorio da Lusitano era stata donata una cerva bianche di esimia bellezza, che divenne così mite in poco tempo che lo seguiva come un cane. Quello finse per volere divino di averla dimenticata, e (instinctam)
alla dea diana a parlare con lui, e apprendere le cose che fossero utili a fare. E così anche se sembravano severe le cose ordinate, tutti liberamente si offrivano, tanto quanto se fosse volontà del dio. Tale cerva un giorno, atterrita da una incursione di nemici, fu spinta alla fuga e (detulit) ad una vicina palude, così che si credeva fosse morta.
Pochi giorni dopo la cerva venne ritrovata semiviva da uno che, avendola riportata a Sertorio, ricevette un gran premio ma venne comandato a tacere. Sertorio prescrisse al servo di riportare il giorno dopo la cerva velocemente in quel luogo nel quale lui stesso era con gli amici.
Ricevuti gli amici il giorno dopo disse: un sogno mi ha ammonito che la cerva, che sembrava essere morta, sarebbe da noi tornata. Allora la cerva venne portata nella stanza dal servo, vi fu un clamore e un'ammirazione.