I Pompeiani si arrendono a Cesare
Tandem omnibus rebus obsessi...
Alla fine assediati in ogni cosa, mantenute le giumenta già da quattro giorni senza il foraggiamento, essendoci mancanza di acqua, di legname, di frumento, chiesero un colloquio e questo, se si potesse fare, in un luogo appartato dai soldati.
Non appena ciò fu negato da Cesare e fu concesso palesemente (il colloquio apertamente) se avessero voluto colloquiare, il figlio di Afranio fu dato come ostaggio a Cesare, si giunse in quel luogo che Cesare designò ascoltando entrambi gli eserciti, Afranio parlò: non bisognava essere in collera verso questi stessi o i soldati per il fatto che avevano voluto conservare la fiducia verso il loro comandante Cn.Pompeo.
Ma si erano già sufficientemente comportati a dovere e avevano sopportato a sufficienza il supplizio, avevano tollerato la mancanza di ogni cosa; ora in verità erano ostacolati dal bere (acqua) quasi come fiere chiuse in gabbia (circondate), erano impediti nell'accedere (nell'ingresso), e non potevano sopportare l'ignominia nell'animo e il dolore nel corpo.
Pertanto ammisero di essere stati sconfitti: pregarono e scongiurarono che, se fosse rimasto un qualche spiraglio di misericordia, non avessero come cosa inevitabile progredire verso l'estremo supplizio. Per quanto possibile espose queste cose molto umilmente e in modo molto remissivo.
(By Maria D. )
Versione tratta da Cesare