L'amicizia tra Attico e Cicerone
Humanitatis vero nullum afferre ...
Della (sua) umanità non posso portare più grande testimonianza di ciò: da giovane fu carissimo a Silla vecchio, da vecchio a Marco Bruto giovane, con i suoi coetanei, Quinto Ortensio e Marco Cicerone, visse in modo tale che è difficile giudicare a quale età sapesse adattarsi meglio.
Cicerone comunque lo amò in modo particolare tanto che neppure il fratello Quinto gli fu più caro e più familiare. Di questa cosa ne danno prova oltre quei libri che sono pubblicati, nei quali cita lui rotoli (volumina) di lettere mandate ad Attico dal suo consolato agli ultimi momenti di vita, tanto che chi legge queste non desidera molto una storia compiuta di quei tempi.
Così infatti furono descritte tutte le cose circa le occupazioni dei nobili, i vizi dei capi, le mutazioni dello stato tanto che nulla in essi compare tutto.
e facilmente si possa stimare che la saggezza in qualche modo sia divinazione. Infatti Cicerone non solo predisse che sarebbero avvenute quelle cose che accaddero quando egli era vivo, ma anche predisse come un vate, quelle cose che avvengono ora.
(BY Vogue)