La morte di due nemici, Bruto e Arrunte
Postquam in agrum Romanum ventum est...
Dopo che si giunse nel campo romano, i consoli andarono incontro al nemico: Valerio in schiera quadrata conduceva la fanteria; Bruto lo precedeva per esplorare con la cavalleria.
Allo stesso modo fu il primo cavaliere della schiera dei nemici; Arunte Tarquinio, il figlio del re era a capo; lo stesso re seguiva con le legioni. Arunte, non appena riconobbe Bruto, s'infiammò d'ira: disse: "quello è l'uomo che ci ha cacciato come esuli dalla patria.
Ecco quello avanza decorato con le nostre magnifiche insegne. Dèi accorrete come vendicatori del re". Spronò il cavallo e si diresse in modo ostile verso lo stesso console. Bruto si accorse che si stava dirigendo verso di lui. Allora era decoroso intraprendere la battaglia con gli stessi condottieri; e così Bruto si offrì avidamente alla contesa:
ed accorsero con gli animi ostili a tal punto, che né l'uno né l'altro, mentre ferivano il nemico, memori di proteggere il loro corpo, trafitti entrambi da un colpo contrario tramite lo scudo, rimanendo attaccati alle due lance caddero moribondi dai cavalli.
(By Maria D. )
Versione tratta da Livio