Le nuove armi di Enea - Versione latino Semper

Sub insula, quae Vulcanus ...

Sotto l'isola, che è chiamata Vulcano, una volta c'erano gli antri dei ciclopi e i colpi delle incudini emettevano il fragore per l'aria.

Nel giorno in cui venere andò da vulcano, per chiedere delle nuove armi per il figlio Enea, la divinità discese dall'alto del cielo, perché l'opera era di tanta importanza, che desiderava che fossero realizzate alla sua presenza (con lui presente). Quando in verità entrò nell'antro, alcuni Ciclopi percuotevano l'immenso fulmine di Giove; altri preparavano il carro a marte, sul quale egli trasportato girava le città e concitava gli uomini alle orribili guerre.

Ed ecco che vulcano, non appena procedette in mezzo all'atrio disse: "Interrompete tutte quante le cose, e lasciate i lavori intrapresi: ora dobbiamo costruire le armi per un uomo forte". Aveva parlato, e subito quelli s'indirizzarono alla nuova opera. Alcuni infatti bruciarono le fiamme con dei cuscini gonfi d'aria in una vasta fornace, altri fusero il bronzo e l'oro, altri stridendo il metallo lo immersero nel lago, altri infine forgiarono il grande scudo di Enea.

Alla fine la dea consegnò le nuove e nitide armi al figlio, affinché Enea potesse combattere con i rutuli e i loro alleati.
(By Maria D. )

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