Un dono fatale - Semper il latino nel tempo 1 pagina 88 numero 19
Graeci Troiam obsidebant sed eam non capiebant ...et delebant.
I Greci assediavano Troia ma non la espugnavano e tutta la città sopravviveva. Dunque consultavano Minerva, dea favorevole ai Greci.
In seguito Epeo, sotto consiglio della dea, fabbricava un cavallo di legno, dove si rinchiudevano molti e famosi uomini. Sul cavallo i Greci scrivevano "I Danai donano il cavallo a Minerva". Poi se ne andavano da Troia e ponevano l'accampamento a Tenedo, piccola isola dell'Egeo davanti alla città di Troia. I Troiani vedevano lo straordinario cavallo ed esclamavano: "Alla fine i Greci abbandonano Troia!" Dopo esultavano dalla gioia e portavano il cavallo nella città, come Priamo ordinava.
Cassandra, figlia di Priamo, avvisava i Troiani con grande insistenza e ripeteva spesso: "Troiani, è un inganno (insidiae, insidiarum pl); infatti i Greci stanno nascosti nel cavallo! Allontanate il cavallo, trascinatelo fuori dalla città". Ma i Troiani non credevano assolutamente (numquam) a Cassandra: infatti ritenevano pazza la fanciulla e durante la notte imbandivano un grande banchetto (epulae, epularum pl). Poi giocavano, mangiavano, bevevano e stanchi ed ubriachi, dormivano.
Il cavallo veniva aperto da Sinone e i Greci impavidi saltavano (fuori), sguainavano la spada ed uccidevano le sentinelle; e così davano un segnale ai compagni e con l'aiuto dei compagni prendevano e distruggevano Troia.
(By Vogue)