Socrates cum esset ex eo quaesitum archelaum regis perdiccae filium

Socrate, poiché gli era stato domandato se non reputasse felice Archelao, il figlio del re Perdicca, che a quel tempo era considerato molto fortunato, rispose: Non lo so; in effetti non ho mai parlato con lui, e non so se sia un uomo retto oppure no. – Dici sul serio?

Non puoi sapere ciò in altra maniera? – Credo di non poter affermare questo in alcun modo. – Tu, dunque, neppure del grande re dei Persiani puoi dire se sia felice?

– In che modo posso affermare ciò, se non so quanto sia colto, quanto (sia) un uomo onesto e retto? – E che? Tu pensi che una vita felice dipenda da queste condizioni (lett. : "sia basata su queste cose")? – La penso esattamente così, che gli uomini onesti siano felici, i disonesti infelici.

– Dunque (è) infelice Archelao, l'uomo più ricco e più potente di tutti? – Sì certo, se (è) ingiusto. Credo infatti che la vera felicità risieda nella sola virtù, non nella ricchezza.

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