I leggendari libri di Numa - So tradurre
Cassius Hemina, vetustissimus auctor annalium, in quarto libro prodidit Cneium Terentium scribam...pontificii atque totidem Pythagoricos. Tuditanus, rerum scriptor, autem tradidit eos decretorum Numae libros fuisse.
L'autore antichissimo di annali, Cassio Emina, nel quarto libro raccontò che lo scriba Gneo Terenzio, mentre zappava il suo orto sul monte Gianicolo, aveva rinvenuto un'arca, in cui Numa, che regnò a Roma, era stato sepolto.
Aggiunge anche che nella stessa cassa furono rinvenuti libri scritti dal re Numa 530 anni prima. Scrive (inoltre) che questi erano di carta e che furono rinvenuti integri.
Poiché tutti erano curiosi di sapere in che modo quei libri, sepolti nella terra, si fossero potuti conservare integri, Emina spiegava così il motivo. Diceva infatti che quei libri fossero rimasti nella tomba posti sotto una pietra quadrata e poiché erano unti di olio di cedro le tarme non li avevano toccati. In questi libri c’erano molti scritti di filosofia Pitagorica.
La stessa cosa afferma Pisone Censorino nel primo libro dei Commentari, ma dice che i libri erano sette di legislazione dei pontefici ed altrettanti Pitagorici. Tuditano poi, scrittore di avvenimenti, afferma che quelli fossero i libri dei decreti di Numa.