La cornacchia e i pavoni
Ne nobis libeat gloriari alienis bonis, sed potius vitam nostro habitu degamus, Aesopus hoc exemplum tradidit... Nunc expertus es potentiorum contumeliam et a tuis maximo dedecore repulsus es.
Affinché non ci sia gradito gloriarci con le qualità altrui, ma affinché trascorriamo la vita secondo la nostra condizione naturale, Esopo ci ha tramandato (come insegnamento) questo esempio.
Una cornacchia, gonfiandosi di una presuntuosa superbia, raccolse da terra le penne che erano cadute ad un pavone e si adornò. Poi, affidandosi al nuovo ornamento, si mischiò ad una schiera di pavoni, che strapparono le penne non sue dal corpo a quell'arrogante e la cacciarono via a beccate.
Allora la sciocca cornacchia, che prima aveva disdegnato i compagni della sua razza, mestamente tentò di tornare da loro, ma fu da loro scacciata e dovette accettare il triste marchio della vergogna. Infatti uno di quei compagni che prima erano stati disprezzati, così disse: "Stai subendo una giusta pena per la tua stupidità e superbia.
Infatti non fosti soddisfatta della nostra sorte e del nostro posto e non accettasti di buon grado la condizione che ci è stata data dalla natura. Ora conosci l'offesa dei potenti e vieni respinta dai tuoi con la più grande infamia."