Alessandro sconfigge Dario a Isso (333 a.c.)
Alexander non ducis magis quam militis munia exsequebatur, opimum decus regis caede expetens; Dareus enim curru ...ad corpora tuenda sumpserant.
Alessandro svolgeva i compiti di comandante, non meno che di soldato, ricercando il supremo onore di uccidere il re: infatti Dario si stagliava alto sul carro, grande incitamento sia per i suoi a proteggerlo che per i nemici ad assalirlo.
Allora suo fratello Oxatre, vedendo che Alessandro puntava su di lui, frappose davanti allo stesso carro del re i cavalieri di cui era al comando. Di molto superiore agli altri per armamento e forza fisica, straordinario come pochi per coraggio e magnanimità, famoso soprattutto in quella battaglia, stese al suolo alcuni che incautamente lo assalivano, altri li volse in fuga. Ma i Macedoni che si trovavano attorno al re, rafforzati da un reciproco incitamento, irruppero assieme a lui nella schiera dei cavalieri.
Allora la strage divenne davvero simile a una catastrofe. Attorno al carro di Dario giacevano i più insigni comandanti, intorno a loro era ammucchiata una moltitudine, più umile, di fanti e di cavalieri. Dario, temendo di cadere vivo nelle mani dei nemici, saltò giù e fu fatto salire su un cavallo che lo seguiva proprio per questa evenienza, dopo aver indecorosamente gettato a terra anche le insegne dell'impero, affinché non rendessero manifesta la sua fuga.
Allora poi tutti gli altri per la paura si dispersero, buttando le armi che poco prima avevano impugnato per la loro difesa personale.
Versione tratta da Curzio Rufo