Ecce tres anseres sacri qui, ut puto, medio die solebant diaria ab ...
Ecco che tre oche sacre, le quali, come credo, alla metà del giorno erano solite reclamare il mangime giornaliero da una vecchia, fanno un assalto contro di me e, mentre tremo, mi accerchiano con un strepito tanto orribile e rabbioso, che non riesco a scappare.
Ed una strappa la mia tunica, un'altra scioglie e tira via i legacci delle calzature, la terza, inoltre, comandante e maestra di ferocia, non ha esitato a tormentare con un morso stretto la mia gamba.
A quel punto ho staccato il piede di un tavolino che casualmente era in strada, e ho iniziato a picchiare con il bastone l'aggressivo animale, e con la morte dell'oca mi sono vendicato. Ormai le rimanenti oche avevano raccolto le fave rotolate e sparse ovunque, e poiché private della comandante, così credo, erano ritornate nel tempio, mentre io, felice per la vendetta, ritorno a casa e lavo con l'aceto la ferita non profonda della gamba.