Frangit me infirmitas liberti mei Zosimi qui nunc auxilio meo maxime eget ...
Mi abbatte la malattia del mio liberto Zosimo, che adesso ha particolarmente bisogno del mio aiuto.
Zosimo è onesto, volenteroso, colto, è anche un ottimo attore; infatti recita veementemente, assennatamente, adeguatamente, ed anche sobriamente. Non soltanto suona abilmente la cetra, ma inoltre legge bene e correttamente discorsi, storie e poesie.
Quanto sono numerosi i servizi che Zosimo mi assicura! Io apprezzo molto quest'uomo e dunque temo molto per lui: infatti soffre per una funesta tossettina, e spesso sputa del sangue. La malattia alcune volte scompare, altre volte si aggrava; una volta è anche caduto svenuto a causa della tosse.
A quel punto, per consiglio dei medici, ho mandato Zosimo in Egitto, nella calda regione del Nilo, da dove da poco è ritornato irrobustito.