Nocte nonnulli pastores sub patula arbore apud parvam paludem quiescebant; in tranquillis ...

Una notte, alcuni pastori riposavano sotto un ampio albero, vicino ad una piccola palude; nelle acque tranquille della palude si rifletteva la figura della luna, in quel momento completamente piena.

Un asino, che aveva sete, giunge casualmente (forte: "casualmente") alla palude, ma i pastori, con alte grida, allontanano dall'acqua il povero animale, dato che il loro comandante precedentemente aveva detto: Se l'asino beve l'acqua, di certo succhia anche la luna: e così noi rimarremo senza la luna. Per questo tenete l'asino lontano dall'acqua!

Intanto una nuvola nera oscura la luna. Allora i pastori, che non vedevano più la luna, addossano la colpa all'asino, ed immediatamente lo accerchiano, lo catturano e conducono al processo. Il giudice sciocco ascolta i pastori ed emette la sentenza: L'asino ha ingoiato la luna: uccidetelo e tirate fuori la luna dal suo stomaco!

I pastori compiono gli incarichi, ed uccidono l'asino sventurato: allora, casualmente, la nuvola svanisce e la luna appare nuovamente nel cielo. I pastori attribuiscono il merito a sé stessi, e, pieni di gioia, levano grida fino alle stelle.

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