Post Troiae excidium Aeneas cum patre Anchise filioque Ascanio et reliquis Ilii civibus ...
Dopo l'eccidio di Troia, Enea, con il padre Anchise, e il figlio Ascanio, e i rimanenti cittadini della rocca di Troia, su consiglio della madre Venere, abbandonò la patria, e, portando con sé i Penati di Troia, navigò verso nuove coste.
Per prima cosa da Troia approdò in Tracia, una regione al di là dell'Ellesponto, ma i fuggiaschi, a causa dell'infausto portento di Polidoro, un figlio di Priamo, abbandonarono immediatamente le coste della Tracia. Successivamente i Troiani si recarono all'isola di Delo, consacrata ad Apollo: qui consultarono l'oracolo del dio, che ordinò: Ricercate l'antica madre!
In base al parere di Anchise, le parole dell'oracolo indicavano Creta. Quando Enea e i suoi compagni arrivarono a Creta, volevano fondare una nuova città nella nuova patria, ma vennero costretti ad abbandonare l'isola da una grave epidemia. A quel punto i Troiani vagarono per lungo tempo attraverso il mare: raggiunsero le coste dell'Epiro, approdarono sulle coste della Sicilia, fino a che vennero spinti da una violenta tempesta in Africa, a Cartagine.
In quel luogo, Didone, la regina dei Cartaginesi, presa da uno sventurato amore per Enea, si uccise. Per questo Enea abbandonò Cartagine, navigò alla volta dell'Italia, e alla fine arrivò alle coste del Lazio, presso la foce del Tevere.