Romanorum exercitus in legionibus, cohortibus, manipulis atque centuriis dividebatur ...

L'esercito dei Romani si suddivideva in legioni, coorti, manipoli e centurie. Il comandante di tutto quanto l'esercito era il console oppure un proconsole; le coorti e i manipoli venivano diretti dai tribuni dei soldati, le centurie invece (venivano dirette) dai centurioni.

Tra i soldati, quelli che si guadagnavano le paghe già da lungo tempo, venivano chiamati "veterani"; spesso la sorte della battaglia o della guerra dipendeva dal loro valore. Si chiamavano arcieri o astati, i soldati che, nella battaglia, come armi portavano delle frecce oppure delle lance.

I genieri ("i soldati del genio") invece, piazzavano l'accampamento prima e dopo le battaglie, fortificavano l'accampamento per mezzo di trincee e fossati, oppure costruivano o tagliavano i ponti sui fiumi. Le sentinelle e le guardie vigilavano di giorno e di notte sulle mura dell'accampamento, e annunciavano gli agguati dei nemici. Nell'esercito dei Romani c'erano anche le truppe ausiliarie degli alleati, che dovevano obbedire al comandante e ai tribuni Romani. Oltre alle frecce e alle lance, erano armi dei Romani la spada corta, il giavellotto e i dardi.

Il corpo dei soldati era protetto da un elmo, da una corazza e da uno scudo. Quando i trombettieri davano il segnale di battaglia con la tromba, gli aquiliferi portavano nella battaglia le aquile Romane, vessilli delle legioni, e tutti i soldati, su esempio dei veterani, combattevano valorosamente.

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