La guerra civile tra Cesare e Pompeo - Superni gradus - Versione latino Eutropio
Eutropio superni gradus pagina 84 numero 8
Postea bellum civile successit exsecrandum et lacrimabile, quo praeter calamitates, quae in proeliis acciderunt, etiam populi Romani fortuna mutata est....
Dopo iniziò una guerra civile maledetta e deplorevole, con la quale, oltre alle sventure che successero nei combattimenti, anche il destino del popolo romano mutò. Cesare infatti, ritornando dalla Gallia vincitore, iniziò a chiedere un'altro consolato.
fu contraddetto dal console Marcello, da Bibulo, da Pompeo, da Catone e gli fu ordinato di tornare in città dopo aver sciolto gli eserciti. Per questo affronto da Rimini, dove aveva radunato i soldati, mosse verso la sua patria con l'esercito. I consoli, con Pompeo, tutto il senato e tutta la nobiltà fuggì dalla città e si trasferì in Grecia. Presso l'Epiro, la Macedonia e l'Acaia il senato preparò la guerra contro Cesare, con Pompeo come comandante.
Cesare entrato nella città indifesa si autonominò dittatore. Poi si recò in Spagna dove superò l'esercito potentissimo e fortissimo di Pompeo, poi tornato indietro passò in grecia, poi tornato (di nuovo) indietro combattè il nemico Pompeo. Mai fino a quel momento le truppe romane si erano radunate in un solo luogo né in numero maggiore, né con comandanti migliori, che avrebbero potuto sottomettere facilmente il mondo intero se fossero state condotte contro i barbari.
Si combatté allora con durissima lotta e alla fine Pompeo (fu) vinto e il suo accampamento fu distrutto. Egli stesso, messo in fuga, si diresse ad Alessandria per ricevere aiuti dal re d´Egitto, al quale era stato dato come tutore dal senato a causa della sua giovane età. (Ma) egli, avendo seguito più la fortuna che l´amicizia, uccise Pompeo (e) mandò la sua testa e l'anello a Cesare.