La gratitudine degli dei - TANDEM Versione latino Cicerone
La gratitudine degli dei
versione latino Cicerone traduzione del libro tandem
Cum Simonides poeta Crannone in Thessalia cenaret, domi Scopae, fortunati hominis et nobilis, cecinit id carmen, in eum magno pretio...
Il poeta Simonide, trovandosi a cena a Crannone, in Tessaglia, da Scopa, uomo ricchissimo e nobile, cantò un certo carme, scritto per un compenso ingente nei suoi confronti, nel quale, tuttavia, per abbellire il carme, erano state scritte molte cose in onore di Castore e Polluce; allora Scopa, in maniera straordinariamente meschina, disse a Simonide che gli avrebbe dato, per quel carme, la metà della somma (pattuita).
" Perché disse non chiedi il resto ai tuoi figli di Tìndaro [Castore e Polluce erano ritenuti figli di Tindaro: nota del traduttore]che hai elogiato in pari misura?" Poco dopo fu comunicato a Simonide che due giovani di grande bellezza fisica erano alla porta e lo chiamavano insistentemente. Egli si alzo, uscì dalla casa, non vide nessuno.
In tale frattempo quella sala da pranzo nella quale si trovava Scopa, crollò; egli fu uccisi da quel disastro insieme ai parenti; solo Simonide scampò incolume. In questo modo i figli di Tindaro ringraziarono Simonide per il carme.