Caesar, cum iniquo loco pugnari hostiumque augeri copias videret, praemetuens suis ad ...

Cesare, poiché vedeva che si combatteva in una posizione sfavorevole e che le truppe dei nemici venivano accresciute, temendo vivamente per i suoi, mandò a dire al luogotenente Tito Sestio, che aveva lasciato a difesa dell'accampamento più piccolo, di portare velocemente le coorti fuori dall'accampamento, e di schierarle alle pendici del colle, dal lato destro dei nemici. Egli in persona, dopo essere avanzato insieme alla legione di poco da quel luogo in cui si era fermato, attendeva l'esito della battaglia.

Marco Petronio, dopo aver tentato di abbattere la porta, essendo stato incalzato da una massa di uomini e non avendo speranza per sé, ricevute già molte ferite, disse ai soldati del proprio manipolo che lo avevano seguito: Dal momento che io non posso salvarmi insieme con voi, senz'altro provvederò alla vita di voi che io, spinto dalla brama di gloria, ho trascinato nel pericolo. Poiché ve ne è stata data la possibilità, provvedete a voi stessi!

Mentre i suoi si sforzavano di aiutarlo, disse: Tentate invano di soccorrere la vita di me, che ormai il sangue e le forze abbandonano. Perciò andatevene, finché c'è la possibilità, e ritiratevi presso la legione! Così, poco dopo, morì mentre combatteva, e fu di salvezza per i suoi.

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