Iisdem temporibus Persarum rex Darius ex Asia in Europam exercitum traiecturus erat et Scythis bellum indicere decreverat ...

Nei medesimi periodi, il re dei Persiani Dario era sul punto di trasportare l'esercito dall'Asia in Europa, e aveva deciso di dichiarare guerra agli Sciti.

Perciò fece un ponte sul fiume Danubio allo scopo di trasferire le truppe. Mentre egli era lontano, lasciò come custodi di quel ponte i capi delle città, che aveva condotto con sé dalla Ionia e dall'Eolide. In questo gruppo c'era Milziade. Costui, dopo che, nella guerra, gli Sciti stavano per vincere Dario, esortò i custodi del ponte a non tralasciare l'occasione offerta dalla Sorte in favore della libertà della Grecia.

Infatti, una volta abbattuto il ponte, il re (Dario) era destinato a morire in breve tempo o a causa della spada dei nemici o per la mancanza di viveri. Mentre molti aderirono a questo piano, Istieo di Mileto, al contrario, si oppone: i capi non dovevano complottare al riguardo della morte di Dario – disse – poiché, una volta morto il re, essi stessi, dopo essere stati cacciati dal potere, erano destinati a pagarla cara ai propri concittadini proprio per l'alleanza con quello.

Istieo, quindi, si discostava dalla decisione di tutti gli altri, e nulla giudicava vantaggioso per loro stessi se non consolidare il regno dei Persiani. Dopo che moltissimi approvarono tale risoluzione, Milziade, poiché, con così tanti che sapevano, le sue proposte erano destinate ad arrivare di certo alle orecchie del re, lasciò il Cherconeso e si traferì di nuovo ad Atene.

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