La decadenza di Roma

Antiquis temporibus domi militiaeque Romae boni mores colebantur, concordia regnabat, minime avaritiae erat …

Nei tempi antichi, a Roma, sia in tempo di pace, sia in tempo di guerra erano praticati i buoni costumi, regnava la concordia, non c'era affatto l'avidità.

La giustizia e il bene prosperavano presso i Romani non per via delle leggi, ma per disposizione naturale. Nelle cerimonie religiose erano sontuosi, in casa erano misurati, erano leali verso gli amici. Con queste due qualità, l'audacia in guerra, e – quando la pace era ritornata – la giustizia, amministravano lo Stato.

Ma appena, grazie alla laboriosità e alla giustizia, lo Stato crebbe in potenza , e grandi re furono vinti con la guerra, e nazioni indomite e popoli potenti furono sottomessi con la forza, e Cartagine, emula del potere Romano, andò in rovina da cima a fondo, e quando tutti i mari e le terre erano accessibili, la sorte cominciò ad accanirsi e a sconvolgere ogni cosa. Precedentemente i Romani avevano sopportato le fatiche, i pericoli, le circostanze incerte e le difficoltà; ora, per loro, gli ozi e la ricchezza sono stati di peso e di danno.

Dunque all'inizio si sviluppò il desiderio del potere, poi del denaro: quelle cose, in un certo qual modo, sono state la causa di tutti i mali.

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