Pennae pavoni deciderant graculusque, inani superbia tumens, collegerat atque suum corpus exornaverat ...

Le penne del pavone erano cadute e la cornacchia, gonfiandosi per la vana superbia, le aveva raccolte e aveva adornato il proprio corpo.

Quindi, disprezzando la razza delle cornacchie, si unì con l'attraente gruppo dei pavoni. Tuttavia i pavoni, accorgendosi dell'inganno, strappano via le penne all'impudente uccello e lo mettono in fuga con gli artigli.

La cornacchia, affliggendosi per le percosse e per l'oltraggio, ritorna triste alla propria specie; tuttavia le cornacchie rifiutano lo sfrontato uccello, aggiungendo all'offesa un rimprovero: Non sei stata soddisfatta delle nostre dimore e della tua specie; perciò ora provi l'oltraggio dei pavoni e il nostro rifiuto.

Se ti scosterai dagli antichi costumi, perderai gli amici e ti troverai in grandi disgrazie.

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