Prometheus limo effinxit pulcherrimam virginem ita ut dii tanta pulchritudine moti obstuperent et perfectissimum opus spectarent ...

Prometeo per mezzo del fango plasmò una bellissima fanciulla, al punto che gli dèi, commossi da una bellezza tanto grande, si stupirono e ammirarono il lavoro del tutto perfetto.

Numerosissimi tra gli dèi conferirono alla fanciulla preziosissimi doni, e per questa ragione (ella) venne chiamata "Pandora". Infatti Pandora vuol dire "tutti i doni". Minerva, la più colta tra le dee, (le) aveva fornito la massima abilità nei lavori femminili, Venere (le aveva fornito) una bellezza assolutamente straordinaria, Mercurio (le aveva fornito) un dolcissimo eloquio.

Dopo che ella fu stata sposata da Epimeteo, il fratello di Prometeo, queste nozze arrecarono agli esseri umani rovinosissimi danni. Infatti gli dei donarono alla sposa un vaso, dove erano contenute le peggiori malattie, e le ordinarono di non aprire mai il vaso. Ma Pandora, che era più curiosa che obbediente, trascurò gli ordini e aprì il vaso per guardare dentro.

A quel punto uscirono gravissime malattie, dolorossisime preoccupazioni, crudelissime guerre e si diffusero per il mondo allo scopo di tormentare i mortali. Soltanto la Speranza, un minuscolo aiuto nel difficilissimo percorso della vita umana, restò sul fondo del vaso.

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