Simul ut prima quies mortalibus fessis incipit et dono deorum grata...

Non appena per i mortali stanchi comincia il primo sonno e si diffonde in gradito dono degli dèi (dono: doppio dativo), nei sogni, davanti agli occhi di Enea apparve Ettore triste.

L'eroe troiano, con la barba incolta, versava copiose lacrime, portava i capelli incrostati di sangue e mostrava quelle famose ferite che aveva ricevuto numerose intorno alle mura della patria.

Mentre piangeva di cuore, Enea chiamava l'eroe e proferiva tristi parole: O luce dei Teucri, perché ti trattennero tanto lunghi indugi? Ettore, da quali lidi vieni? Dopo i molti funerali dei tuoi, dopo le molteplici sofferenze sia degli uomini sia della città, noi, stanchi, ti rivediamo!

Ma perché vedo codeste ferite? Ettore gli rispose così: Ohimè, fuggi, figlio della dea, e allontanati da queste fiamme. Il nemico occupa le mura, Troia crolla dalla sua alta vetta!

Copyright © 2007-2025 SkuolaSprint.it di Anna Maria Di Leo P.I.11973461004 | Tutti i diritti riservati - Vietata ogni riproduzione, anche parziale
web-site powered by many open source software and original software by Jan Janikowski 2010-2025 ©.
All trademarks, components, sourcecode and copyrights are owned by their respective owners.

release check: 2024-12-20 23:00:14 - flow version _RPTC_G1.3