Urbs Croto murum in circuitu patentem duodecim milia passuum habuit ...
La città di Crotone ebbe, prima dell'arrivo di Pirro in Italia, un muro che si estendeva in circonferenza per dodicimila passi;
dopo la desolazione prodotta da quella guerra, a malapena ne era abitata la metà; il fiume, che aveva fluito in mezzo alla città, scorreva all'esterno dei luoghi popolati di case, ed anche la rocca era lontana da quelli (da quei luoghi) che erano abitati. Era distante sei miglia dalla nobile città un tempio, più celebre della città stessa, di Giunone Lacinia, sacro per tutte le popolazioni lì intorno.
Lì un bosco sacro, circondato da una fitta foresta e da alti alberi d'abete, ebbe al centro pascoli rigogliosi, dove si pascolava, senza alcun pastore, bestiame di ogni genere, sacro alla dea; e le greggi di ciascuna specie separatamente ritornavano di notte alle rispettive stalle, mai violate dagli attacchi delle bestie feroci, né dal furto degli uomini.
Quindi da quel bestiame furono ottenuti grandi guadagni, e da ciò fu realizzata e consacrata una colonna d'oro massiccio; e il tempio fu celebre anche per la ricchezza, non solo per la sacralità.