Plutarco e il servo - Gellio - Tirocinium 2
Plutarco e il servo Autore: Gellio versione latino
libro Tirocinium laboratorio 2 pag. 59 N° 171
Cum servus quondam gravissimum facinus commisisset, Plutarchus iussit eum tunica exui loroque caedi....
Poiché un servo aveva commesso una volta un’azione molto grave, Plutarco ordinò di togliergli la tunica e di sferzarlo.
Mentre veniva fustigato, emetteva lamenti e versava lacrime; infine ricorse a parole di rimprovero e, rivolto al padrone, disse: “Sappi che è cosa vergognosa che un filosofo si arrabbi: tu infatti, mentre io ero presente e ascoltavo, spessissimo discutesti sui mali dell’ira.
Non ti vergogni dunque tu, che vuoi essere chiamato filosofo, di punirmi con moltissime percosse, cedendo all’ira?”. Allora Plutarco con calma e tranquillità : “Ti sembro forse arrabbiato io? Pensi forse che io sia stato travolto dall’ira? Non ho, come vedi, gli occhi torvi, né faccio gesti inconsulti, né dico qualcosa di cui debba pentirmi o vergognarmi.
Tutte queste cose, se non lo sai, sono solitamente3 segni di ira”. E, rivolto il discorso a colui che frustava il servo, disse: “Mentre io e costui discutiamo sull’ira, porta a termine (ciò) che ti ho ordinato”.