Non si deve pensare al futuro - Versione latino di Cicerone
Non si deve pensare al futuro
versione latino Cicerone
traduzione libro tradurre con metodo es. 101 pag. 192
Ego ne utilem quidem arbitror esse nobis futurarum rerum scientiam. Quae enim vita fuisset Priamo, si ab adulescentia scisset quos eventus senectutis esset habiturus?...
Io ritengo che la conoscenza del futuro non ci sia nemmeno utile. Quale sarebbe stata, infatti, la vita di Priamo, se avesse saputo da giovane quali vicende avrebbe provato in vecchiaia?
Tralasciamo i miti, consideriamo i più recenti. Nell’opera «Sulla consolazione» raccolsi le morti più brutali dei cittadini più illustri della nostra città. Ebbene? Per non parlare dei predecessori, credi forse che a Marco Crasso sarebbe stato utile, quand’era al culmine della potenza e della ricchezza, sapere che, dopo l’uccisione del figlio Publio e la distruzione dell’esercito, sarebbe dovuto morire egli stesso, al di là dell’Eufrate, con infamia e disonore?
O sei forse del parere che Gneo Pompeo si sarebbe rallegrato dei suoi tre consolati, dei tre trionfi, della gloria di imprese colossali, se avesse saputo che in Egitto, da solo, dopo aver perso l’esercito, sarebbe stato assassinato e che, in vero, dopo la sua morte ci sarebbero state conseguenze, che non riesco a riferire senza lacrime? Riteniamo, orbene, che Cesare, se avesse conosciuto tramite la divinazione che in quel senato, che lui stesso aveva occupato per la maggior parte con [persone] della sua fazione, nella curia Pompea, di fronte alla statua dello stesso Pompeo, mentre tanti suoi centurioni guardavano, sarebbe giaciuto, assassinato da cittadini celeberrimi, parte dei quali da lui ricoperti di ogni onore, così che al suo cadavere non si sarebbe accostato alcuno, non solo dei (propri)
sostenitori, ma neppure dei (propri) servitori, con quale afflizione d’animo sarebbe vissuto? È certamente più utile, insomma, rimanere all’oscuro dei mali futuri che averne conoscenza.