Un grande capitano e la sua bambina - Cicerone

Un grande capitano e la sua bambina
Versione latino Cicerone traduzione libro Urbis et Orbis

Inizio: Ego exempla ominum nota proferam. L. Paulus consul iterum, cum ei bellum ut cum rege Perse gereret obtigisset, ut ea ipsa die domum ad vesperum rediit, filiolam suam Tertiam, quae tum erat admodum parva, osculans animadvertit tristiculam. ... Fine: sed id ipsum est deos non putare, quae ab iis significantur contemnere.

Io ti rammenterò noti esempi di destini. Lucio Paolo, console per la seconda volta, essendogli toccato l'incarico di condurre la guerra contro il re Perse, quando in quello stesso giorno, sull'imbrunire, ritornò a casa, nel dare un bacio alla sua bambina Terzia, ancora molto piccola a quel tempo, si accorse che era un pò triste.

"Che è successo, Terzia?" le chiese; "perché sei triste?. " E lei: "Babbo, " disse, "è morto Persa. " Egli allora, abbracciandola forte, disse: "Accetto il presagio, figlia mia. " Era morto un cagnolino che si chiamava così. A questo presagio fece seguito il fatto.

Lo capisco fin troppo bene queste cose si possono disprezzare o si può anche riderne; ma disprezzare i segni inviati dagli dèi è (come) negare la loro esistenza

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