His rebus comparatis Catilina consulatum petebat. Postquam dies comitiorum ...
Preparate queste cose, Catilina si candidava al consolato. Dopo che il giorno delle elezioni fu arrivato, e a Catilina non furono riuscite felicemente né la candidatura, né le insidie che aveva teso ai consoli, egli decise di fare la guerra e di tentare tutte le ultime risorse, poiché le cose che aveva tentato segretamente erano riuscite difficoltose e avverse.
Perciò Catilina fece andare C. Manlio a Fiesole e in quella zona dell'Etruria, un tale Settimio Camerte nel territorio Piceno, e G. Giulio in Apulia. Nel frattempo, a Roma, macchinava molte cose contemporaneamente: tendeva agguati ai consoli, preparava incendi, faceva assediare luoghi strategici con uomini armati, egli stesso stava in armi e ordinava agli altri la medesima cosa, li esortava a stare sempre vigili e preparati;
si affrettava durante i giorni e le notti, stava sveglio, non era affaticato né dalle veglie, né dalla fatica.