Post Patrocli mortem Achilles admodum maestus diu amicum lugebat ...

Dopo la morte di Patroclo, Achille, oltremodo triste, piangeva l'amico per lungo tempo. Poi indirizzava la propria collera contro Ettore, l'assassino dell'amico, e contro tutti i Troiani, compagni e concittadini di quello: quindi, desideroso di strage, tornò in battaglia.

A quel punto i Troiani, quando videro il nemico sfolgorante nelle armi e terribile nell'aspetto, vennero presi da un grande timore, si rifugiarono nella città e chiusero le porte: fuori dalla città rimaneva il solo Ettore.

Dalle alte mura della città, il padre Priamo, re dei Troiani, vide il figlio, e gridò a gran voce: Vieni nella città, o Ettore, tua madre, tua moglie, il piccolo figlio e tutti i cittadini ti chiamano; non ti scontrare con Achille! Solo tu potrai liberare la patria dai Greci!. Ma Ettore non ascoltò le preghiere del padre, ed attese Achille. Tuttavia, quando Achille si avvicinò (presente storico), l'animo di Ettore venne preso, per volontà del fato, da un grande terrore, e l'eroe Troiano fuggì correndo intorno alle mura della città: Achille (lo) incalzò alle spalle, e cominciò ad apostrofarlo con parole offensive.

Alla fine Ettore si ferma, si gira e grida: Achille, non voglio più fuggire: il destino mi costringe allo scontro.

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