Il cibo si apprezza davvero se è condito con la fame e la fatica
Darius, in fuga post pugnam apud Gaugamelam, cum aquam...
Dario, in fuga dopo la battaglia presso Gaugamela, avendo bevuto l’acqua torbida e infestata dai cadaveri, disse che non aveva mai bevuto più piacevolmente.
È chiaro che non aveva mai bevuto quando era assetato. Quel famoso Tolomeo, che combatté con Alessandro, non aveva mai mangiato quando era affamato; questi percorrendo l'Egitto e ed essendogli stato offerto come alimento del pane in una capanna, reputò che non c’era niente di più piacevole di quel pane. Narrano che Socrate, camminando fino a sera e essendogli stato chiesto per quale ragione facesse ciò, rispose di procurarsi l’appetito passeggiando per cenare meglio.
Il tiranno Dionisio avendo cenato con i frugali pasti degli Spartani, disse di non essere dilettato da quel brodo nero, che era il piatto principale della cena. allora colui che aveva cotto quegli alimenti disse:
"Non c'è da meravigliarsi affatto; infatti ti sono venuti meno i condimenti". Quello chiese: “Cosa dici?” "La fatica nella caccia, il sudore, la corsa presso il fiume Eurota, la fame, la sete infatti con queste cose sono conditi i banchetti degli Spartani". (By Maria D.)
Versione tratta da Cicerone
Comprensione del brano:
L'ablativo di paragone è "quo melius cenaret".
Le infinitive presenti nel testo sono: "ambulare" "quaesitum esse" "delectatum esse" "condiri"
I soggetti in accusativo delle infinitive sono: "famem" "se" "illic nigro"
La subordinata retta da "quaesitum esse" è una subordinata interrogativa indiretta: "qua re id faceret".
I migliori condimenti a Sparta sono: il lavoro nella caccia, il sudore, la corsa verso il fiume Eurota e la fame o meglio la fame e la fatica.
(by Starinthedark)