Manovre di Marcio Filippo in Macedonia
Consul cernens plurimam spem sibi in stultitia et segnitia hostis, remisit nuntium Larisam...
Il console discernendo per sé moltissima speranza nella stoltezza e nella pigrizia del nemico, rinviò un messaggero a Larissa, presso il pretore Sp. Lucrezio, affinché occupasse le fortezze abbandonate dal nemico intorno a Tempe, e inviò avanti il legato Popilio ad esplorare i passaggi intorno a Diu; poi dopo che si accorse che ogni cosa era accessibile: in tutte le direzioni, giunse a Diu e ordinò di porre l'accampamento sotto lo stesso tempio, affinché nulla venisse violato in quel luogo sacro.
Lo stesso entrando in città, non grande, ma adornata di luoghi pubblici e di una moltitudine di statue e munita egregiamente, credeva a stento che in tante cose abbandonate senza ragione non si nascondesse qualche inganno. Indugiando un giorno per esplorare ogni cosa, mosse l'accampamento; credendo che a pieria ci sarebbe stata abbondanza di frumento, in quel giorno procedette verso il fiume di nome Mitin. L'indomani procedendo verso la città di Agassa, consegnandosi gli stessi abitanti, li accolse; e per conciliarsi gli animi dei restanti macedoni promise di lasciare la città senza presidio e che questi sarebbero vissuti sia esenti sia con le proprie leggi.
Procedendo poi per un giorno di marcia, pose l'accampamento presso il fiume Ascordo.
(By Maria D. )
Versione tratta da Livio