La città di Dio e quella degli uomini
Verba et sententiae pagina 399 numero 333
Fecerunt itaque civitates duas amores duo, terrenam scilicet amor sui usque ad contemptum Dei, caelestem uero amor Dei usque ad contemptum sui....
Pertanto due amori fecero due città, e cioè l'amor proprio fino al disprezzo di Dio quella terrena, mentre l'amore di Dio fino al proprio disprezzo quella celeste.
Perciò la prima si gloria in se stessa, la seconda nel Signore. La prima infatti chiede la gloria agli uomini; al contrario per la seconda Dio è la massima gloria. La prima esalta nella sua gloria la sua testa; la seconda dice al suo Dio: "Tu sei la mia gloria anche perché levi in alto la mia testa ". Sulla prima domina la brama di dominio, nei suoi capi o in quei popoli che sottomette; nella seconda al contrario servono nella carità sia i capi consigliando che i sudditi obbedendo.
La prima predilige la sua forza nei suoi potenti; la seconda dice al suo Dio: "Ti amerò, Dio, mia forza )". E pertanto in quella i suoi sapienti che vivono secondo l'uomo perseguirono o i beni del corpo o dell'anima.
Ma nella seconda la sapienza dell'uomo non è nulla se non religione, con la quale giustamente si venera il vero Dio, aspettando questo premio nella società non solo degli uomini santi, ma anche degli angeli, "affinché Dio sia tutto in tutti ".