Scipione accusato di corruzione
Verba et Sententiae pagina 29 numero 23
Scipio Africanus antiquior quanta virtutum gloria praestiterit et quam fuerit altus animi ... Scipionem in Capitolium comitata atque inde ad aedes eius cum laetitia prosecuta est. (Versione latino Gellio)
Per quanta gloria dei meriti Scipione Africano il maggiore (antiquior) sia stato superiore, e quanto sia stato elevato e nobile d'animo, e con quale coscienza sia stato fiero di sé, fu dischiarato da parecchie parole che pronunciò e atti che compì.
Fra questi c'è questo esempio della sua fede e della sua grande superiorità. Avendo il tribuno della plebe M. Nevio accusato Scipione e avendo detto al popolo che quello aveva accettato del denaro dal re Antioco affinché attirasse la pace in condizioni gradite e piacevoli con quello e nello stesso modo con forte sdegno per tale uomo, allora Scipione rispondendo poche cose che richiedeva la gloria e la dignità della sua vita disse "Con memoria, Quiriti, ripeto che oggi è il giorno in cui ho vinto il grandissimo nemico cartaginese Annibale con il vostro potere attraverso una grande battaglia in terra d'Africa e vi ho procurato una vittoria insperabile.
Quindi non siamo ingrati verso gli dei e abbandoniamo questa nuvola, e andiamo subito da Giove Ottimo Massimo per ringraziarlo. ". Dopo aver detto ciò si voltò e si incamminò verso il Campidoglio. Allora tutta l'assemblea, avendo abbandonato il tribuno, accompagnò Scipione a casa con grande gioia e gratitudine.