Vicini in vita e in morte
Verba et sententiae pagina 41 numero 41
C. Plautius Numida, morte uxoris audita, doloris impotents ... ac dende subiectis facibus utrumque una cremaverunt.
C. Plauzio Numida, saputa la morte della moglie (abl.ass.), impotente dal dolore si trafisse il suo petto con la spada.
Impedito poi dall'intervento dei domestici di portare a compimento l'impresa (di suicidarsi) e legato, non appena gli fu data l'occasione, strappatosi le bende e dilaniatasi la ferita, con mano coraggiosa strappò dal cuore e dalle viscere stesse il suo spirito sconvolto dalla crudeltà del lutto Con tanta morte violenta, Plauzio confermò quanto avesse chiuso nel petto le fiamme dell'amore coniugale.
Lo stesso sentimento mostrò anche il suo omonimo M. Plauzio, quando, per ordine del senato riportava in Asia la flotta di sessanta navi degli alleati. Approdato a Taranto, dove anche sua moglie Orestilla, che lo aveva accompagnato fino a quel luogo, morì afflitta da una malattia, dopo averle fatto i funerali e dopo averla posta sul rogo, impugnò una spada.
Gli amici, così com'era, togato e calzato, lo unirono al corpo della moglie, lo adagiarono, accanto alla moglie e, dato fuoco al rogo, li cremarono entrambi.