Un generale molto audace: Giulio Cesare

Armorum et equitandi peritissimus, laboris ultra fidem patiens erat. In agmine nonnumquam equo, saepius pedibus anteibat, ... ante detexit aut gubernatorem cedere adversae tempestati passus est quam paene obrutus fluctibus.

Era espertissimo nelle armi e nell'andare a cavallo, resistente alla fatica oltre alla credibilità.

Nella marcia dinanzi a tutti qualche volta a cavallo, più spesso a piedi, a capo scoperto, sia che ci fosse il sole sia che ci fosse la pioggia; percorse con incredibile velocità lunghissimi tragitti. Non condusse mai l'esercito per strade pericolose se non dopo aver osservato bene la situazione dei luoghi, e non lo traghettò in Britannia, senza aver prima esplorato personalmente i porti, la rotta e gli attracchi all'isola.

D'inverno da Brindisi fece una traversata fino a Durazzo in mezzo alle flotte nemiche e, poiché le truppe, a cui aveva ordinato di seguirlo immediatamente, esitavano, lui stesso, da solo furtivamente di notte, si imbarcò, con il capo coperto, su un piccolo naviglio, e non svelò chi fosse né permise che il timoniere cedesse all'avversa tempesta prima di essere quasi travolto dalle onde. (da Svetonio)

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