Annibale alle porte - Versioni latine
Cum Hannibal Romanos Cannensi pugna vicisset, in Campaniam cum exercitu suo venit. Ubi Romae nuntiatum est eum Urbi appropinquare... in moenia ingredi non visum est. Ea cunctatio dicitur ei fatalis fuisse.
Dopo che Annibale ebbe sconfitto i Romani nella battaglia di Canne, giunse con il suo esercito in Campania.
Quando a Roma fu annunciato che egli si stava avvicinando a Roma, una grande paura invase gli animi di tutti: da ogni parte si vedevano le matrone correre qua e là, alzare al cielo le mani con le palme rivolte in alto e pregare gli dei perché strappassero la città di Roma dalle mani nemiche. In un così grande tumulto e terrore, al senato non parve opportuno disperare.
Subito dal senato fu ordinato ai consoli (subito il senato ordinò ai consoli) di porre presidi intorno alla città e al proconsole Valerio Flacco, che era tornato dalla Campania, di porre l'accampamento tra la porta Esquilina e Collina e di difendere le mura. Intanto si annuncia che Annibale aveva avvicinato l'accampamento al fiume Aniene, che non dista molto dalla città.
A tutti sembrava di essere in grandissimo pericolo, poiché dicevano che Annibale ogni giorno cavalcava intorno alle mura e che in men che non si dica avrebbe invaso la città. Ma a lui, benchè vedesse un così grande terrore tra i Romani, non parve opportuno entrare nelle mura. Si dice che quell'indugio gli fu fatale.