L'ultima resistenza di Cartagine

Cum fere quotidie Cato in senatu contenderet Carthaginem delendam esse, quia, illa stante, ...diu flevisse, quae sors tam praeclarae urbi contactura esset considerantem.

Catone dichiarando quasi quotidianamente in senato che bisognava distruggere Cartagine, perché, sussistendo quella, Roma sarebbe stata sempre in pericolo, si stabilì d'inviare in Africa con ingenti milizie Gneo Scipione, per distruggere quella città dalle fondamenta.

Nel momento in cui era in procinto di attaccare la città, costui comandò ai Cartaginesi che, se avessero voluto esser salvi, sarebbero dovuti uscire fuori dalle mura e stabilire altrove la propria sede. Ma tuttavia quelli decisero che bisognava sostenere la guerra fino alla fine piuttosto che lasciare la patria.

In verità non avendo né armi né navi, tagliarono i tetti e le case per costruire con quel materiale una nuova flotta. Si dovette fondere anche l'oro e l'argento, con cui erano ornati i templi e gli edifici privati, per fabbricare le armi. Scipione e l'esercito di costui dovettero combattere a lungo prima di espugnare con la forza la città.

Si tramandò che Scipione, essendo in procinto di distruggere la città per obbedire agli ordini del senato, pianse a lungo, considerando che sorte stava per capitare ad una città tanto insigne.
(By Maria D. )

TESTO LATINO COMPLETO

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