Un agrigentino generoso - Valerio Massimo
Un agrigentino generoso Valerio Massimo
versioni latine per il biennio
Acragantinus quidam, nomine Gillias erat opibus excellens, sed etiam animo quamdivitiis locupletior, adeo ut domus eius quasi quaedam...
Un certo Agrigentino, di nome Gillia era superiore per ricchezze, ma anche di gran lunga più ricco nell'animo che nelle ricchezze, fino al punto che la sua casa era creduta quasi, per così dire, una scuola di liberalità:
da lì infatti venivano forniti monumenti adatti ad usi pubblici, da lì venivano portati in pubblico spettacoli graditi agli occhi del popolo, da lì uscivano magnifici preparativi di banchetti e aiuti. Gillia elargiva queste cose a tutti, distribuiva privatamente alimenti a coloro che tribolavano per povertà, doti alle vergini schiacciate dalla povertà, aiuti a coloro che erano colpiti da improvvisi danni.
Anche i forestieri accolti molto volentieri sia nelle case urbane sia anche da nelle case di campagna venivano congedati ornati con vari regali. Poi in una circostanza nutrì e vestì contemporaneamente cinquecento cavalieri di Gela, spinti nei suoi possedimenti dalla forza di una tempesta.
Che dire di più? Diresti che fosse non un qualunque mortale, ma la prova benigna (del favore della sorte. Dunque ciò che Gillia possedeva era quasi patrimonio comune di tutti. Sia la città di Agrigento sia anche le regioni vicine con devotamente avevano cura della sua salute e prosperità.