La battaglia di Aquae Sextiae (Versione latino Floro)
La battaglia di Aquae Sextiae versione latino Floro trauzione libro Verte Mecum pagina 191 Numero 203
Marius mira statim velocitate occupatis compendiis praevenit hostem, prioresque Teutonas sub ipsis Alpium radicibus adsecutus in loco quem Aquas Sextiam vocant quo - fidem numinum!...
Mario, utilizzate tutte le scorciatoie con incredibile velocità precedette il nemico, e, agganciata l'avanguardia teutone, proprio alle falde alpine - in una zona chiamata Acquae Sestiae - la trucidò: e, per gli dèi, che battaglia!
I nemici occupavano la valle, e tenevano il fiume a disposizione ai nostri (ai quali invece) l'acqua scarseggiava. Non saprei dire se il condottiero avesse fatto quella (scelta) di proposito, o piuttosto se avesse commesso un errore tattico: fatto sta che il valore, incrementato dalla necessità, fu la causa della vittoria.
Infatti, (Mario), all'esercito che implorava l'acqua, rispose: "Se siete dei veri eroi, allora (l'acqua) la conquisterete lì. Pertanto si combatté con una ferocia tale, e (tale) fu la strage dei nemici, che (l'esercito) romano, (uscitone) vittorioso, bevve, dal fiume divenuto rosso (per il sangue sparso) altro che acqua: il sangue barbaro, piuttosto!
Lo stesso re Teutobodo, salito cavalcare a volo quattro e addirittura sei cavalli alla volta, a mala pena salì in sella ad uno, mentre fuggiva; fu catturato nella selva prospiciente (al luogo di battaglia), e divenne un'attrazione insigne del trionfo. Infatti un uomo di tal stazza non poteva non spiccare, su (gli altri) trofei!