La cicala e la formica - Vox Maiorum
Vox Maiorum pagina 251 numero 6
Inizio: Acri hieme cicada magna fame laborabat, ... Fine: utinam haec fecisses - nunc securam vitam ageres nec fame excruciareris. Si tum canere maluisti, nunc salta!» Itaque cicadam domo sua eiecit.
Durante il violento inverno la cicala era in difficoltà per la grande fame, poiché durante l'estate non aveva avuto nessuna cura per (l'approviggionamento de)i viveri.
La prudente formica invece durante l' estate aveva accumulato una gran quantità di grano, affinché il cibo fosse sufficiente per tutto l’inverno e non venisse a mancare. Quindi la cicala, stremata dalla mancanza di viveri andò dalla formica e disse supplichevole: “Amica, ti prego di dividere con me il tuo grano; Mi consumo infatti così tanto per la fame che sono sul punto di morire!”. Ma la formica rispose: "che cosa (vuoi che) ti dica? “Che cosa hai fatto nel tempo dell’estate?
Perché non hai ammassato il grano? La cicala di contro: “Io ho cantato lieta sugli alberi! Cosa avrei dovuto fare?”. Allora la formica con animo rigido esclamò:
“Se non avessi cantato per tutta l’estate, ma se avessi cercato e accumulato cibo, - magari avessi fatto queste cose - ora condurresti una vita sicura e non saresti torturata dalla fame! Se allora hai preferito cantare, adesso danza!”. E così scacciò la cicala dalla sua casa.