La liberazione di Tebe - Vox Maiorum
Vox Maiorum pagina 448 numero 2
Phoebidas Lacedaemonius, cum Olynthum milites duceret ...a Thebanis pulsi sunt et patria obsidione liberata est. (Versione latino da Cornelio Nepote)
Lo spartano Febida, conducendo i soldati a Olinto marciava attraverso Tebe e provvisto dell'aiuto di alcuni tebani disertori occupò la rocca della città, che era chiamata Cadmea.
Realizzò l'occupazione della città sulla base della propria decisione non secondo deliberazione pubblica e gli spartani cacciarono Febida dall'esercito e lo multarono con una somma di denaro, ma non avevano intenzione di restituire ai tebani la rocca.
Febida fuggì ad Atene con alcuni esuli tebani, che il condottiero tebano Pelopida guidava ed attendeva qui il momento opportuno per la vendetta Durante l'estate successiva, pochi sicari, tra cui c'erano Febida e Pelopida, giunsero con una veloce marcia a Tebe con cani da caccia e con vesti di rozze reti (desideravano infatti intrufolarsi senza alcun sospetto).