Sensibilità e umanità di Scipione l'Africano
Scipionis Africani speciose lateque patuit. A quaestore, hastae subiectos captivos vendente, ad Scipionem missus est... dis ornamenta et hominibus familiares restituere.
L'umanità dell'Africano Minore fu chiara magnificamente e largamente. Da un questore, che vendeva all'asta prigionieri soggiogati, fu inviato a Scipione un fanciullo di singolare aspetto e portamento nobile che superava gli altri in quanto a bellezza.
Poiché indagò su questo, seppe che il ragazzo era Numida rimasto orfano dal padre ed educato presso lo zio Massinissa e che, all'insaputa di quello (ablativo assoluto, all'insaputa dello zio), aveva voluto combattere contro i Romani con giovanile coraggio (immaturam militiam)
E così Scipione, si ricordò della sua umanità e ritenne che bisognasse concedere il perdono all'errore e che bisognasse attribuire il dovuto rispetto all' amicizia di Massinissa, re fedelissimo al popolo romano: per la qual cosa volle essere d'aiuto al fanciullo e proteggerlo. Donò dunque al fanciullo un anello, una fibbia d'oro, una tunica guarnita da una striscia di porpora, un mantello spagnolo ed un elegante cavallo e dopo avergli dato cavalieri che lo scortassero, lo mandò da Massinissa, poiché pensava che fosse proprio di un ottimo comandante avere misericordia per i vinti.
Infatti egli diceva che i frutti più grandi della vittoria, [fossero] il restituire gli ornamenti agli dei e agli uomini i familiari. (Traduzione by Anna Maria Di Leo)
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