Un'esibizione ingloriosa

Θέλω γούν σοι διηγήσασθαί τι Πυθοί γενόμενον. Ταραντίνος Ευάγγελος τούνομα ... τούς αθλοθέτας δέ αγανακτήσαντας επί τή τόλμη μαστιγώσαντας αυτόν εκβαλείν τού θεάτρου

Desidero dunque raccontarti una cosa accaduta alla gara pitica. Un tarantino di nome Evangelo tra le persone in vista a Taranto desiderò vincere le gare pitiche.

Giungeva dunque a Delfi brillante nelle altre cose e in particolare essendosi fatto un abito in tessuto d’oro e una corona bellissima di alloro dorato. Quando dunque giunse il giorno della gara, erano tre, Evengelo ottenne in sorte di cantare per secondo e dopo il tebano Tespi che aveva gareggiato in modo non mediocre, si presentò tutto rilucente per l’oro, gli smeraldi, i berilli e i giacinti, la porpora del vestito spiccava, quella tra l’oro mandava bagliori.

Avendo stupito per tutte queste cose il teatro e avendo riempito gli spettatori di una meravigliosa speranza, quando un certo punto arrivò anche il momento di cantare e suonare la cedra, intona qualcosa di discordante e disordinato, spezzò contemporaneamente tre corde, essendosi gettato sulla cedra in modo più violento del dovuto, ma inizia a cantare qualcosa di dissonante e misero, così che ci fu una risata da parte di tutti gli spettatori, e gli organizzatori dei giochi essendosi irritati per la sfrontatezza, sferzandolo lo cacciarono dal teatro.

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