Un'isola tutta particolare
Τὸ μὲν γένος εἰμί, ὦ ξένοι, Κύπριος, ὁρμηθεὶς δὲ κατ᾽ ἐμπορίαν ἀπὸ τῆς πατρίδος μετὰ παιδός, ὃν ὁρᾶτε, καὶ ἄλλων πολλῶν οἰκετῶν ἔπλεον εἰς...
O stranieri, io sono di Cipro salpato dalla mia patria con questo mio figlio che vedete per commerciare, e con molti altri servi navigavo verso l'Italia, portando un carico di mercanzie sopra una grande nave, che forse voi vedeste sfasciata dentro la bocca della balena.
Fino alla Sicilia navigammo favorevolmente, ma di li (in poi) un fortissimo vento dopo tre giorni ci trasportò nell'Oceano, dove abbattutici nella balena, fummo inghiottiti, uomini e nave e scampammo solo noi, essendo morti tutti gli altri.
Sepolti i compagni, ed edificato un tempio a Nettuno, viviamo questa vita coltivando quest'orto, e cibandoci di pesci e di frutti. La selva, come vedete, è grande, e ha molte viti, dalle quali facciamo del dolcissimo vino; ha una fonte, forse voi l'avete vista di chiarissima e freschissima acqua. Ci costruiamo i letti di, bruciamo fuoco abbondante, prendiamo con le reti gli uccelli che volano, e peschiamo vivi i pesci che entrano ed escono attraverso le branchie della balena;
qui ci laviamo ancora, quando ci piace, che c'è un lago non molto salato, di un venti stadi di circuito, pieno di ogni sorta di pesci, dove nuotiamo e andiamo in una barchetta che io stesso ho costruito.
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