Andocide - Sul suo ritorno
Sul suo ritorno - Andocide Περὶ τῆς ἑαυτοῦ καθόδου
[1] Εἰ μέν, ὦ ἄνδρες, ἐν ἑτέρῳ τῳ πράγματι οἱ παριόντες μὴ τὴν αὐτὴν γνώμην ἔχοντες πάντες ἐφαίνοντο, οὐδὲν ἂν θαυμαστὸν ἐνόμιζον· ὅπου μέντοι δεῖ τὴν πόλιν ἐμέ τι ποιῆσαι ἀγαθόν, ἢ εἴ τις ἕτερος βούλοιτο ἐμοῦ κακίων, δεινότατον ἁπάντων χρημάτων ἡγοῦμαι, εἰ τῷ μὲν δοκεῖ ταῦτα τῷ δὲ μή, ἀλλὰ μὴ πᾶσιν ὁμοίως.
Εἴπερ γὰρ ἡ πόλις ἁπάντων τῶν πολιτευομένων κοινή ἐστι, καὶ τὰ γιγνόμενα δήπου ἀγαθὰ τῇ πόλει κοινά ἐστι.
Se, o uomini, in un'altra questione gli oratori non avessero mostrato tutti la stessa opinione, non avrei trovato nulla di strano;
ma quando si tratta che io faccia qualcosa di buono per la città, o che un altro voglia fare qualcosa di peggiore di me, ritengo la cosa più terribile di tutte se a uno sembra giusto e a un altro no, ma non a tutti allo stesso modo.
Infatti, se la città è comune a tutti i cittadini, anche i benefici che ne derivano sono certamente comuni alla città.
[2] Τουτὶ τοίνυν τὸ μέγα καὶ δεινὸν πάρεστιν ὑμῖν ὁρᾶν τοὺς μὲν ἤδη πράττοντας, τοὺς δὲ τάχα μέλλοντας· καί μοι μέγιστον θαῦμα παρέστηκε, τί ποτε οὗτοι οἱ ἄνδρες δεινῶς οὕτω περικάονται, εἴ τι ὑμᾶς χρὴ ἀγαθὸν ἐμοῦ ἐπαυρέσθαι.
Δεῖ γὰρ αὐτοὺς ἤτοι ἀμαθεστάτους εἶναι πάντων ἀνθρώπων, ἢ τῇ πόλει ταύτῃ δυσμενεστάτους.
Εἰ μέν γε νομίζουσι τῆς πόλεως εὖ πραττούσης καὶ τὰ ἴδια σφῶν αὐτῶν ἄμεινον ἂν φέρεσθαι, ἀμαθέστατοί εἰσι τὰ ἐναντία νῦν τῇ ἑαυτῶν ὠφελείᾳ σπεύδοντες.
Ecco, dunque, questo grande e terribile spettacolo si presenta ai vostri occhi: alcuni lo stanno già facendo, altri lo faranno presto.
E mi è venuto un grandissimo dubbio: perché mai questi uomini si comportano in modo così ostile, se si tratta di qualcosa di buono per voi che io dovrei procurarvi? Infatti, o sono i più ignoranti di tutti gli uomini, o sono i più ostili a questa città.
Se infatti pensano che con la prosperità della città anche i loro affari privati saranno migliori, sono i più ignoranti, perché ora si affrettano a fare il contrario di ciò che è nel loro interesse.
[3] Εἰ δὲ μὴ ταὐτὰ ἡγοῦνται σφίσι τε αὐτοῖς συμφέρειν καὶ τῷ ὑμετέρῳ κοινῷ, δυσμενεῖς ἂν τῇ πόλει εἶεν· οἵτινες εἰσαγγείλαντός μου ἀπόρρητα εἰς τὴν βουλὴν περὶ τῶν πραγμάτων, ὧν ἀποτελεσθέντων οὐκ εἰσὶ τῇ πόλει ταύτῃ μείζονες ὠφέλειαι, καὶ τούτων ἀποδεικνύντος μου τοῖς βουλευταῖς σαφεῖς τε καὶ βεβαίους τὰς ἀποδείξεις, ἐκεῖ μὲν οὔτε τούτων τῶν ἀνδρῶν οἱ παραγενόμενοι ἐλέγχοντες οἷοί τ' ἦσαν ἀποδεῖξαι εἴ τι μὴ ὀρθῶς ἐλέγετο, οὔτ' ἄλλος οὐδείς, ἐνθάδε δὲ νῦν πειρῶνται διαβάλλειν.
Se, invece, non credono che la stessa cosa sia vantaggiosa per loro e per il vostro bene comune, allora sarebbero ostili alla città.
Loro che, quando ho denunciato al senato segreti di stato relativi a fatti che, se si fossero realizzati, non avrebbero portato maggiori benefici a questa città, e ne ho dato ai senatori prove chiare e sicure, lì nessuno di quelli che erano presenti è stato in grado di dimostrare che dicevo qualcosa di sbagliato, né nessun altro; e ora qui cercano di diffamarmi.
[4] Σημεῖον οὖν τοῦτο ὅτι οὗτοι οὐκ ἀφ' αὑτῶν ταῦτα πράττουσιν εὐθὺς γὰρ ἂν τότε ἠναντιοῦντο ἀλλ' ἀπ' ἀνδρῶν ἑτέρων, οἷοί εἰσιν ἐν τῇ πόλει ταύτῃ, οὐδενὸς ἂν χρήματος δεξάμενοι ὑμᾶς τι ἀγαθὸν ἐξ ἐμοῦ πρᾶξαι.
Καὶ αὐτοὶ μὲν οὗτοι οἱ ἄνδρες οὐ τολμῶσι σφᾶς αὐτοὺς εἰς τὸ μέσον καταστήσαντες διισχυρίζεσθαι περὶ τούτων, φοβούμενοι ἔλεγχον διδόναι εἴ τι εἰς ὑμᾶς τυγχάνουσι μὴ εὖ φρονοῦντες· ἑτέρους δὲ εἰσπέμπουσι, τοιούτους ἀνθρώπους οἷς εἰθισμένοις ἤδη ἀναισχυντεῖν οὐδὲν διαφέρει εἰπεῖν τε καὶ ἀκοῦσαι τὰ μέγιστα τῶν κακῶν.
Questo è dunque un segno che non agiscono di loro spontanea volontà: infatti, se fosse così, si sarebbero opposti fin dall'inizio;
ma su istigazione di altri uomini che sono in questa città, non avrebbero accettato da nessuno il prezzo per procurarvi un mio bene. E questi uomini stessi non osano mettersi in mezzo e sostenere apertamente queste accuse, temendo di dover rendere conto se si scopre che non hanno buoni sentimenti verso di voi; ma mandano avanti altri, uomini di tal fatta che, già abituati all'impudenza, non si fanno scrupoli di dire e sentire le peggiori cose.
[5] Τὸ δ' ἰσχυρὸν τοῦτο μόνον εὕροι τις ἂν αὐτῶν ἐν τοῖς λόγοις, τὰς ἐμὰς συμφορὰς ἐπὶ παντὶ ὀνειδίζειν, καὶ ταῦτα ἐν εἰδόσι δήπου κάλλιον ὑμῖν, ὥστε μηδὲν ἂν τούτων δικαίως τιμὴν αὐτοῖς τινα φέρειν. Ἐμοὶ δέ, ὦ ἄνδρες, καὶ τῷ πρώτῳ τοῦτο εἰπόντι ὀρθῶς δοκεῖ εἰρῆσθαι, ὅτι πάντες ἄνθρωποι γίγνονται ἐπὶ τῷ εὖ καὶ κακῶς πράττειν, μεγάλη δὲ δήπου καὶ τὸ ἐξαμαρτεῖν δυσπραξία ἐστί,
L'unica cosa forte che si potrebbe trovare nei loro discorsi è il rinfacciarmi le mie disgrazie in ogni occasione, e questo di fronte a persone che certamente sanno meglio di voi che non c'è motivo per cui questo dovrebbe dare loro alcun merito.
E a me, o uomini, sembra che chi ha detto per primo questo abbia detto bene, che tutti gli uomini sono nati per avere fortuna o sfortuna, e certamente anche commettere errori è una grande sventura.
[6] καὶ εἰσὶν εὐτυχέστατοι μὲν οἱ ἐλάχιστα ἐξαμαρτάνοντες, σωφρονέστατοι δὲ οἳ ἂν τάχιστα μεταγιγνώσκωσι. Καὶ ταῦτα οὐ διακέκριται τοῖς μὲν γίγνεσθαι τοῖς δὲ μή, ἀλλ' ἔστιν ἐν τῷ κοινῷ πᾶσιν ἀνθρώποις καὶ ἐξαμαρτεῖν τι καὶ κακῶς πρᾶξαι. Ὧν ἕνεκα, ὦ Ἀθηναῖοι, εἰ ἀνθρωπίνως περὶ ἐμοῦ γιγνώσκοιτε, εἴητε ἂν ἄνδρες εὐγνωμονέστεροι. Οὐ γὰρ φθόνου μᾶλλον ἢ οἴκτου ἄξιά μοί ἐστι τὰ γεγενημένα·
E i più fortunati sono certamente quelli che commettono meno errori, e i più saggi quelli che si ravvedono più rapidamente.
E questo non è qualcosa che capita ad alcuni e non ad altri, ma è comune a tutti gli uomini sia commettere errori che subire sfortune. Per questo motivo, o Ateniesi, se aveste un giudizio umano su di me, sareste uomini più riconoscenti.
Infatti, quello che mi è accaduto non è degno di invidia ma piuttosto di compassione.
[7] ὃς εἰς τοσοῦτον ἦλθον δυσδαιμονίας, εἴτε χρὴ εἰπεῖν νεότητί τε καὶ ἀνοίᾳ τῇ ἐμαυτοῦ, εἴτε καὶ δυνάμει τῶν πεισάντων με ἐλθεῖν εἰς τοιαύτην συμφορὰν τῶν φρενῶν, ὥστ' ἀνάγκην μοι γενέσθαι δυοῖν κακοῖν τοῖν μεγίστοιν θάτερον ἑλέσθαι, ἢ μὴ βουληθέντι κατειπεῖν τοὺς ταῦτα ποιήσαντας οὐ περὶ ἐμοῦ μόνου ὀρρωδεῖν, εἴ τι ἔδει παθεῖν, ἀλλὰ καὶ τὸν πατέρα οὐδὲν ἀδικοῦντα σὺν ἐμαυτῷ ἀποκτεῖναι ὅπερ ἀνάγκη παθεῖν ἦν αὐτῷ, εἰ ἐγὼ μὴ ἐβουλόμην ταῦτα ποιῆσαι ἢ κατειπόντι τὰ γεγενημένα αὐτὸν μὲν ἀφεθέντα μὴ τεθνάναι, τοῦ δὲ ἐμαυτοῦ πατρὸς μὴ φονέα γενέσθαι. Τί δ' ἂν οὐ πρό γε τούτου τολμήσειεν ἄνθρωπος ποιῆσαι;
Giunsi a tal punto di disgrazia, sia pure per la mia gioventù e inesperienza, sia per la forza di coloro che mi persuasero a cadere in questa sventura, che fui costretto a scegliere uno tra i due più grandi mali:
o non volendo denunciare i colpevoli, temere non solo per me stesso, se avessi dovuto subire qualcosa, ma anche di vedere mio padre innocente ucciso insieme a me, come gli sarebbe accaduto inevitabilmente se non avessi voluto fare questo, oppure, denunciando i fatti, vedere lui assolto e non morire, ma non essere io stesso l'assassino di mio padre. Cosa non oserebbe fare un uomo piuttosto che questo?
[8] Ἐγὼ τοίνυν ἐκ τῶν παρόντων εἱλόμην ταῦτα, ἃ ἐμοὶ μὲν λύπας ἐπὶ χρόνον πλεῖστον οἴσειν ἔμελλεν, ὑμῖν δὲ ταχίστην τοῦ παρόντος τότε κακοῦ μετάστασιν.
Ἀναμνήσθητε δὲ ἐν οἵῳ κινδύνῳ τε καὶ ἀμηχανίᾳ καθέστατε, καὶ ὅτι οὕτω σφόδρα σφᾶς αὐτοὺς ἐπεφόβησθε, ὥστ' οὐδ' εἰς τὴν ἀγορὰν ἔτι ἐξῇτε, ἕκαστος ὑμῶν οἰόμενος συλληφθήσεσθαι.
Ταῦτα τοίνυν ὥστε μὲν γενέσθαι τοιαῦτα, πολλοστὸν δή τι ἐγὼ μέρος τῆς αἰτίας ηὑρέθην ἔχων, ὥστε μέντοι παυθῆναι, ἐγὼ εἷς ὢν μόνος αἴτιος.
Io quindi, tra le opzioni che avevo a disposizione, scelsi quella che mi avrebbe causato dolore per un tempo molto lungo, ma a voi avrebbe procurato la più rapida liberazione dal male presente in quel momento.
Ricordate infatti in quale pericolo e impotenza vi trovavate, e che avevate così tanta paura che non uscivate più neanche in agorà, ognuno di voi temendo di essere arrestato.
Se dunque queste cose sono accadute, io sono stato solo in minima parte responsabile; ma se hanno avuto fine, io solo ne sono stato la causa.
[9] Καὶ ὅμως τό γε δυστυχέστατος εἶναι ἀνθρώπων οὐδαμῇ ἐκφεύγω, ὅτε δὴ προαγομένης μὲν τῆς πόλεως ἐπὶ ταύτας τὰς συμφορὰς οὐδεὶς ἐμοῦ ἤρχετο γίγνεσθαι δυσδαιμονέστερος, μεθισταμένης δὲ πάλιν εἰς τὸ ἀσφαλὲς ἁπάντων ἐγὼ ἀθλιώτατος.
Ὄντων γὰρ κακῶν τοσούτων τῇ πόλει ἀδύνατον ἦν ταῦτα ἰαθῆναι ἄλλως ἢ τῷ ἐμῷ αἰσχρῷ, ὥστ' ἐν αὐτῷ ᾧ ἐγὼ κακῶς ἔπραττον, ἐν τούτῳ ὑμᾶς σῴζεσθαι. Χάριν οὖν εἰκός με, οὐ μῖσος τῷ δυστυχήματι τούτῳ φέρεσθαι παρ' ὑμῶν.
Eppure non posso in alcun modo evitare di essere il più sfortunato tra gli uomini, visto che, quando la città era avviata verso queste disgrazie, nessuno era destinato a diventare più sventurato di me, e quando invece tornava in sicurezza, io ero il più infelice di tutti.
Infatti, con tanti mali che colpivano la città, era impossibile che questi venissero guariti se non con la mia disonorevole morte, così che proprio nel momento in cui io subivo un male, voi eravate salvati.
Per questo motivo è giusto che voi non mi odiate per questa sventura, ma mi abbiate gratitudine.
[10] Καίτοι ἐγὼ τότ' αὐτὸς γνοὺς τὰς ἐμαυτοῦ συμφοράς, ᾧ τινι κακῶν τε καὶ αἰσχρῶν οὐκ οἶδ' εἴ τι ἀπεγένετο, τὰ μὲν παρανοίᾳ τῇ ἐμαυτοῦ, τὰ δ' ἀνάγκῃ Τῶν παρόντων πραγμάτων, ἔγνων ἥδιστον εἶναι πράττειν τε τοιαῦτα καὶ διαιτᾶσθαι ἐκεῖ, ὅπου ἥκιστα μέλλοιμι ὀφθήσεσθαι ὑφ' ὑμῶν.
Ἐπειδὴ δὲ χρόνῳ ὕστερον εἰσῆλθέ μοι, ὥσπερ εἰκός, ἐπιθυμία τῆς τε μεθ' ὑμῶν πολιτείας ἐκείνης καὶ διαίτης, ἐξ ἧς δευρὶ μετέστην, ἔγνων λυσιτελεῖν μοι ἢ τοῦ βίου ἀπηλλάχθαι, ἢ τὴν πόλιν ταύτην ἀγαθόν τι τοσοῦτον ἐργάσασθαι, ὥστε ὑμῶν ἑκόντων εἶναί ποτέ μοι πολιτεύσασθαι μεθ' ὑμῶν.
Eppure io stesso, allora, conoscendo le mie disgrazie, a cui non so se sia capitato qualcosa di peggiore in termini di mali e vergogne, alcune per mia follia, altre per la necessità delle circostanze presenti, ritenni che la cosa più piacevole fosse fare e vivere in un luogo dove avrei avuto meno probabilità di essere visto da voi.
Ma quando, col tempo, come era naturale, mi prese il desiderio di quella vita politica e di quella compagnia con voi da cui mi ero allontanato, ritenni che fosse più vantaggioso per me o liberarmi dalla vita o fare un così grande bene a questa città che, di vostra spontanea volontà, potessi un giorno vivere qui con voi.
[11] Ἐκ δὲ τούτου οὐ πώποτε οὔτε τοῦ σώματος οὔτε τῶν ὄντων ἐμοὶ ἐφεισάμην, ὅπου ἔδει παρακινδυνεύειν· ἀλλ' αὐτίκα μὲν τότε εἰσήγαγον εἰς στρατιὰν ὑμῶν οὖσαν ἐν Σάμῳ κωπέας, τῶν τετρακοσίων Ἤδη τὰ πράγματα ἐνθάδε κατειληφότων, ὄντος μοι Ἀρχελάου ξένου πατρικοῦ καὶ διδόντος τέμνεσθαι τε καὶ ἐξάγεσθαι ὁπόσους ἐβουλόμην.
Τούτους τε εἰσήγαγον τοὺς κωπέας, καὶ παρόν μοι πέντε δραχμῶν Τὴν τιμὴν αὐτῶν δέξασθαι οὐκ ἠθέλησα πράξασθαι πλέον ἢ ὅσου ἐμοὶ κατέστησαν· εἰσήγαγον δὲ σῖτόν τε καὶ χαλκόν.
Da quel momento in poi non ho mai risparmiato né il mio corpo né i miei beni, quando era necessario metterli in pericolo.
Anzi, subito allora feci arruolare nella vostra flotta che era a Samo dei rematori, quando i Quattrocento avevano già preso il potere qui, pur avendo Archelao come amico di famiglia che mi offriva di tagliare e portare via quanti ne avessi voluti.
Feci arruolare questi rematori, e pur potendo ricevere il prezzo di ciascuno di loro di cinque dracme, non volli approfittarne per guadagnare più di quanto mi costassero. Fornii anche grano e bronzo.
[12] Καὶ οἱ ἄνδρες ἐκεῖνοι ἐκ τούτων παρεσκευασμένοι ἐνίκησαν μετὰ ταῦτα Πελοποννησίους ναυμαχοῦντες, καὶ τὴν πόλιν ταύτην μόνοι ἀνθρώπων ἔσῳσαν ἐν τῷ τότε χρόνῳ.
Εἰ τοίνυν μεγάλων ἀγαθῶν αἴτια ὑμᾶς ἠργάσαντο ἐκεῖνοι, μέρος ἐγὼ οὐκ ἂν ἐλάχιστον δικαίως ταύτης τῆς αἰτίας ἔχοιμι.
Εἰ γὰρ τοῖς ἀνδράσιν ἐκείνοις τότε τὰ ἐπιτήδεια μὴ εἰσήχθη, οὐ περὶ τοῦ σῷσαι τὰς Ἀθήνας ὁ κίνδυνος ἦν αὐτοῖς μᾶλλον ἢ περὶ τοῦ μηδ' αὐτοὺς σωθῆναι.
E quegli uomini, grazie a questo, vinsero poi i Peloponnesiaci in una battaglia navale e furono gli unici a salvare questa città in quel momento.
Se dunque quegli uomini vi hanno procurato grandi beni, io avrei giustamente una parte non piccola di questo merito. Se infatti agli uomini di allora non fossero stati forniti i viveri, il pericolo per loro non sarebbe stato tanto quello di non salvare Atene, quanto quello di non salvarsi neanche loro stessi.
[13] Τούτων τοίνυν οὕτως ἐχόντων οὐκ ὀλίγῳ μοι παρὰ γνώμην ηὑρέθη τὰ ἐνταῦθα πράγματα ἔχοντα. Κατέπλευσα μὲν γὰρ ὡς ἐπαινεθησόμενος ὑπὸ τῶν ἐνθάδε προθυμίας τε ἕνεκα καὶ ἐπιμελείας τῶν ὑμετέρων πραγμάτων· πυθόμενοι δέ τινές με ἥκοντα τῶν τετρακοσίων ἐζήτουν τε παραχρῆμα, καὶ λαβόντες ἤγαγον εἰς τὴν βουλήν.
Stando così le cose, trovai che le cose qui erano molto diverse da quanto mi aspettavo. Infatti, ero salpato con l'idea di essere lodato da quelli di qui per la mia sollecitudine e cura dei vostri interessi; ma alcuni dei Quattrocento, avendo saputo del mio arrivo, mi cercarono immediatamente e, dopo avermi preso, mi condussero in senato.
[14] Εὐθὺς δὲ παραστάς μοι Πείσανδρος ἄνδρες ἔφη βουλευταί, ἐγὼ τὸν ἄνδρα τοῦτον ἐνδεικνύω ὑμῖν σῖτόν τε εἰς τοὺς πολεμίους εἰσαγαγόντα καὶ κωπέας. Καὶ τὸ πρᾶγμα ἤδη πᾶν διηγεῖτο ὡς ἐπέπρακτο. Ἐν δὲ τῶ τότε τὰ ἐναντία φρονοῦντες δῆλοι ἦσαν ἤδη οἱ ἐπὶ στρατιᾶς ὄντες τοῖς τετρακοσίοις.
Subito mi si presentò Pisandro e disse: "Signori senatori, io vi denuncio quest'uomo per aver importato grano ai nemici e rematori." E già raccontava per filo e per segno come si erano svolti i fatti. In quel momento, però, era già chiaro che gli uomini che erano con l'esercito erano in contrasto con i Quattrocento.
[15] Κἀγώ - θόρυβος γὰρ δὴ τοιοῦτος ἐγίγνετο τῶν βουλευτῶν - καὶ ἐπειδὴ ἐγίγνωσκον ἀπολούμενος, εὐθὺς προσπηδῶ πρὸς τὴν ἑστίαν Καὶ λαμβάνομαι τῶν ἱερῶν.
Ὅπερ μοι καὶ πλείστου ἄξιον ἐγένετο ἐν τῷ τότε· εἰς γὰρ τοὺς θεοὺς ἔχοντα ὀνείδη οὗτοί με μᾶλλον τῶν ἀνθρώπων ἐοίκασι κατελεῆσαι, βουληθέντων τε αὐτῶν ἀποκτεῖναί με οὗτοι ἦσαν οἱ διασῴσαντες.
Δεσμά τε ὕστερον καὶ κακὰ ὅσα τε καὶ οἷα τῷ σώματι ἠνεσχόμην, μακρὸν ἂν εἴη μοι λέγειν.
E io - c'era infatti un gran clamore tra i senatori - e poiché sapevo che sarei stato condannato, mi slancio subito verso il focolare e mi aggrappo ai sacri oggetti.
E questo fu per me la cosa più preziosa in quel momento: infatti, pur avendo offeso gli dei, questi sembrarono avermi avuto compassione più degli uomini, quando questi ultimi volevano uccidermi, furono loro a salvarmi.
Quanto poi ai legami e a tutti i mali che ho sopportato nel corpo, sarebbe troppo lungo per me raccontarli.
[16] Οὗ δὴ καὶ μάλιστ' ἐμαυτὸν ἀπωλοφυράμην· ὅστις τοῦτο μὲν ἐν ᾧ ἐδόκει ὁ δῆμος κακοῦσθαι, ἐγὼ ἀντὶ τούτου κακὰ εἶχον, τοῦτο δὲ ἐπειδὴ ἐφαίνετο εὖ ὑπ' ἐμοῦ πεπονθώς, πάλιν αὖ καὶ διὰ τοῦτ' ἐγὼ ἀπωλλύμην.
Ὥστε ὁδόν τε καὶ πόρον μηδαμῇ ἔτι εἶναί μοι εὐθαρσεῖν· ὅποι γὰρ τραποίμην, πάντοθεν κακόν τί μοι ἐφαίνετο ἑτοιμαζόμενον.
Ἀλλ' ὅμως καὶ ἐκ τούτων τοιούτων ὄντων ἀπαλλαγεὶς οὐκ ἔστιν ὅ τι ἕτερον ἔργον περὶ πλείονος ἐποιούμην ἢ τὴν πόλιν ταύτην ἀγαθόν τι ἐργάσασθαι.
Ed è proprio qui che ho pianto di più su me stesso: perché mentre da una parte, in ciò in cui il popolo sembrava essere danneggiato, io ne avevo avuto in cambio mali, dall'altra, quando appariva che da me aveva ricevuto del bene, di nuovo e proprio per questo motivo ero destinato a perire.
Sicché non c'era più per me nessuna via o possibilità di essere fiducioso: ovunque mi voltassi, da ogni parte mi sembrava che un male fosse in agguato per me. Eppure, anche da una situazione così difficile, non c'è altra cosa che io abbia fatto con maggiore impegno se non cercare di fare del bene a questa città.
[17] Ὁρᾶν δὲ χρή, ὦ Ἀθηναῖοι, ὅσῳ τὰ τοιαῦτα τῶν ὑπουργημάτων διαφέρει. Τοῦτο μὲν γὰρ ὅσοι τῶν πολιτῶν τὰ ὑμέτερα πράγματα διαχειρίζοντες ἀργύριον ὑμῖν ἐκπορίζουσιν, ἄλλο τι ἢ τὰ ὑμέτερα ὑμῖν διδόασι;
Τοῦτο δὲ ὅσοι στρατηγοὶ γενόμενοι καλόν τι τὴν πόλιν κατεργάζονται, τί ἄλλο ἢ μετὰ τῆς τῶν ὑμετέρων σωμάτων ταλαιπωρίας τε καὶ κινδύνων, καὶ ἔτι τῶν κοινῶν χρημάτων δαπάνης, ποιοῦσιν ὑμᾶς εἴ τι τυγχάνουσιν ἀγαθόν;
Ἐν ᾧ καὶ ἄν τι ἐξαμάρτωσιν, οὐκ αὐτοὶ τῆς σφετέρας αὐτῶν ἁμαρτίας δίκην διδόασιν, ἀλλ' ὑμεῖς ὑπὲρ τῶν ἐκείνοις ἡμαρτημένων.
Bisogna però vedere, o Ateniesi, di quanto differiscano tra loro questi tipi di servizi.
Infatti, quelli dei cittadini che amministrando i vostri affari vi procurano denaro, non fanno altro che darvi il vostro denaro? E quelli che, diventati generali, compiono un'impresa nobile per la città, che altro fanno se non, con la fatica e i pericoli dei vostri corpi e ancora con la spesa del denaro pubblico, vi procurano un bene, se ne capita uno?
E se commettono qualche errore, non pagano essi stessi la pena del loro errore, ma voi pagate per i loro errori.
[18] Ἀλλ' ὅμως οὗτοι στεφανοῦνταί γε ὑφ' ὑμῶν καὶ ἀνακηρύττονται ὡς ὄντες ἄνδρες ἀγαθοί. Καὶ οὐκ ἐρῶ ὡς οὐ δικαίως· μεγάλη γὰρ ἐστιν ἀρετή, ὅστις τὴν ἑαυτοῦ πόλιν ὁτῳοῦν δύναται τρόπῳ ἀγαθόν τι ἐργάζεσθαι. Ἀλλ' οὖν γιγνώσκειν γε χρὴ ὅτι ἐκεῖνος ἂν εἴη πολὺ πλείστου ἄξιος ἀνήρ, ὅστις τοῖς ἑαυτοῦ παρακινδυνεύων χρήμασί τε καὶ σώματι τολμῴη ἀγαθόν τι ποιεῖν τοὺς ἑαυτοῦ πολίτας.
Tuttavia, questi vengono comunque premiati da voi con corone e proclamati uomini valorosi.
E non dirò che non abbiano ragione: grande è infatti la virtù di chi può fare del bene alla propria città in qualsiasi modo. Ma comunque dovreste sapere che colui che, mettendo a rischio i propri beni e il proprio corpo, osa fare del bene ai suoi concittadini, sarebbe un uomo di gran lunga più prezioso.
[19] Ἐμοὶ τοίνυν τὰ μὲν ἤδη εἰς ὑμᾶς πεπραγμένα σχεδόν τι ἅπαντες ἂν εἰδεῖτε, τὰ δὲ μέλλοντά τε καὶ ἤδη πραττόμενα ἄνδρες ὑμῶν πεντακόσιοι ἐν ἀπορρήτῳ ἴσασιν ἡ βουλή.
Οὓς πολλῷ δήπου εἰκὸς ἧττον ἄν τι ἐξαμαρτεῖν, ἢ εἰ ὑμᾶς δέοι ἀκούσαντάς τι ἐν τῷ παραχρῆμα νῦν διαβουλεύσασθαι. Οἱ μέν γε σχολῇ περὶ τῶν εἰσαγγελλομένων σκοποῦνται, ὑπάρχει τε αὐτοῖς, ἐάν τι ἐξαμαρτάνωσιν, αἰτίαν ἔχειν καὶ λόγον αἰσχρὸν ἐκ τῶν ἄλλων πολιτῶν· ὑμῖν δὲ οὐκ εἰσὶν ἕτεροι ὑφ' ὧν αἰτίαν ἂν ἔχοιτε·
Per quanto riguarda me, quasi tutti voi conoscerete ormai le mie azioni passate, mentre quelle future e quelle già in corso le conoscono in segreto cinquecento dei vostri uomini, i membri del senato.
E' dunque molto più probabile che essi commettano un errore rispetto a quanto non lo sia se doveste prendere una decisione dopo avermi ascoltato all'istante. Loro infatti hanno tempo per riflettere sulle accuse, e, se sbagliano, hanno la possibilità di scusarsi e di trovare una giustificazione decente presso gli altri cittadini; voi invece non avete altri da cui potervi far rimproverare:
[20] τὰ γὰρ ὑμέτερα αὐτῶν ἐφ' ὑμῖν δικαίως ἐστὶ καὶ εὖ καὶ κακῶς, ἐὰν βούλησθε, διαθέσθαι. Ἅ γε μέντοι ἔξω τῶν ἀπορρήτων οἷόν τέ μοί ἐστιν εἰπεῖν εἰς ὑμᾶς ἤδη πεπραγμένα, ἀκούσεσθε. Ἐπίστασθε γὰρ που ὡς ἠγγέλθη ὑμῖν ὅτι οὐ μέλλει ἐκ Κύπρου σῖτος ἥξειν ἐνταῦθα· ἐγὼ τοίνυν τοιοῦτός τε καὶ τοσοῦτος ἐγενόμην, ὥστε τοὺς ἄνδρας τοὺς ταῦτα βουλεύσαντας ἐφ' ὑμῖν καὶ πράξαντας ψευσθῆναι τῆς αὑτῶν γνώμης.
Infatti, le vostre cose sono giustamente a vostra disposizione per essere disposte bene o male, come volete.
Ora, quanto a ciò che ho già fatto e che posso dirvi al di fuori delle cose segrete, lo ascolterete. Sapete infatti che vi è stato annunciato che il grano non sarebbe arrivato qui da Cipro;
ebbene, io ho fatto in modo che gli uomini che avevano progettato e attuato questa cosa si sbagliassero.
[21] Καὶ ὡς μὲν ταῦτα διεπράχθη, οὐδὲν προὔργου ἀκοῦσαι ὑμῖν· τάδε δὲ νυνὶ βούλομαι ὑμᾶς εἰδέναι, ὅτι αἱ μέλλουσαι νῆες ἤδη σιταγωγοὶ καταπλεῖν εἰς τὸν Πειραιᾶ εἰσιν ὑμῖν τέτταρες καὶ δέκα, αἱ δὲ λοιπαὶ τῶν ἐκ Κύπρου ἀναχθεισῶν ἥξουσιν ἁθρόαι οὐ πολὺ ὕστερον. Ἐδεξάμην δ' ἂν ἀντὶ πάντων χρημάτων εἶναι ἐν ἀσφαλεῖ φράσαι πρὸς ὑμᾶς ἃ καὶ τῇ βουλῇ ἐν ἀπορρήτῳ εἰσήγγειλα, ὅπως αὐτόθεν προῄδετε.
E non vi è di alcuna utilità sapere come queste cose siano state fatte; ma ora voglio che sappiate questo:
già quattordici navi cariche di grano stanno per approdare al Pireo per voi, e le restanti, che sono partite da Cipro, arriveranno tutte insieme non molto dopo. Avrei preferito di gran lunga, in cambio di tutto il denaro del mondo, poter dire apertamente a voi ciò che ho comunicato in segreto al Senato, in modo che ne foste informati direttamente.
[22] Νῦν δὲ ἐκεῖνα μὲν τότε ὅταν ἀποτελεσθῇ γνώσεσθε ἅμα καὶ ὠφελήσεσθε · νῦν δέ, ὦ Ἀθηναῖοι, εἴ μοι βουληθεῖτε δοῦναι χάριν μικράν τε καὶ ἄπονον ὑμῖν καὶ ἅμα δικαίαν, πάνυ ἄν μοι τοῦτο ἐν μεγάλῃ ἡδονῇ γένοιτο. Ὡς δὲ καὶ δικαία ἐστίν, εἴσεσθε. Ἃ γάρ μοι αὐτοὶ γνόντες τε καὶ ὑποσχόμενοι ἔδοτε, ὕστερον δὲ ἑτέροις πειθόμενοι ἀφείλεσθε, ταῦθ' ὑμᾶς, εἰ μὲν βούλεσθε, αἰτῶ, εἰ δὲ μὴ βούλεσθε, ἀπαιτῶ.
Ora, quelle cose le conoscerete e ne trarrete beneficio quando saranno realizzate;
ma ora, o Ateniesi, se voleste concedermi un favore piccolo e senza sforzo per voi, e allo stesso tempo giusto, questo mi procurerebbe un grandissimo piacere. E come sia giusto lo capirete.
Quello che mi avete dato dopo averlo deliberato e promesso, e che poi mi avete tolto convinti da altri, questo vi chiedo, se volete, e se non volete, lo esigo.
[23] Ὁρῶ δὲ ὑμᾶς πολλάκις καὶ δούλοις ἀνθρώποις καὶ ξένοις παντοδαποῖς πολιτείαν τε διδόντας καὶ εἰς χρήματα μεγάλας δωρείας, οἳ ἂν ὑμᾶς φαίνωνται ποιοῦντές τι ἀγαθόν.
Καὶ ταῦτα μέντοι ὀρθῶς ὑμεῖς φρονοῦντες δίδοτε· οὕτω γὰρ ἂν ὑπὸ πλείστων ἀνθρώπων εὖ πάσχοιτε. Ἐγὼ τοίνυν τοσοῦτον ὑμῶν μόνον δέομαι· τὸ ψήφισμα ὃ Μενίππου εἰπόντος ἐψηφίσασθε, εἶναί μοι ἄδειαν, πάλιν ἀπόδοτε. Ἀναγνώσεται δὲ ὑμῖν αὐτό· ἔτι γὰρ καὶ νῦν ἐγγέγραπται ἐν τῷ βουλευτηρίῳ.
Vedo che spesso concedete la cittadinanza e grandi donazioni in denaro a schiavi, a stranieri di ogni tipo, se vi sembra che facciano qualcosa di buono per voi.
E questo lo fate giustamente, perché così sareste benvoluti dalla maggior parte delle persone. Io, dunque, vi chiedo solo questo:
restituitemi il decreto che avete votato su proposta di Menippo, che mi concedeva l'immunità. Il segretario ve lo leggerà: è ancora registrato nel Pritanio.
ΨῊΦΙΣΜΑ
[24] Τουτὶ τὸ ψήφισμα ὃ ἠκούσατε ψηφισάμενοί μοι, ὦ Ἀθηναῖοι, ὕστερον ἀφείλεσθε χάριν ἑτέρῳ φέροντες.
Πείθεσθε οὖν μοι, καὶ ἤδη παύσασθε εἴ τῳ ὑμῶν διάβολόν τι ἐν τῇ γνώμῃ περὶ ἐμοῦ παρέστηκεν. Εἰ γὰρ ὅσα οἱ ἄνθρωποι γνώμῃ ἁμαρτάνουσι, τὸ σῶμα αὐτῶν μὴ αἴτιόν ἐστιν, ἐμοῦ τὸ μὲν σῶμα τυγχάνει ταὐτὸν ἔτι ὄν, ὅπερ τῆς αἰτίας ἀπήλλακται, ἡ δὲ γνώμη ἀντὶ τῆς προτέρας ἑτέρα νυνὶ παρέστηκεν. Οὐδὲν οὖν ἔτι ὑπολείπεται ὅτῳ ἄν μοι δικαίως διαβεβλῇσθε.
DECRETO
Questo decreto che avete sentito votare per me, o Ateniesi, me lo avete poi tolto per farne un favore a un altro.
Ascoltatemi dunque e, se qualcuno di voi ha ancora un pregiudizio contro di me nella sua mente, cessate subito. Se infatti il corpo degli uomini non è responsabile degli errori che commettono con la mente, il mio corpo è ancora lo stesso che è stato assolto dall'accusa, mentre la mente ora è diversa da quella di prima. Non c'è dunque più nulla per cui possiate biasimarmi giustamente.
[25] Ὥσπερ δὲ τῆς τότε ἁμαρτίας τὰ ἀπὸ τῶν ἔργων σημεῖα ἔφατε χρῆναι πιστότατα ποιούμενοι κακόν με ἄνδρα ἡγεῖσθαι, οὕτω καὶ ἐπὶ τῇ νῦν εὐνοίᾳ μὴ ζητεῖτε ἑτέραν βάσανον ἢ τὰ ἀπὸ τῶν νυνὶ ἔργων σημεῖα ὑμῖν γιγνόμενα.
Come avete detto che i segni derivanti dalle mie azioni dovevano essere la prova più attendibile per giudicare se fossi un malvagio al tempo della mia presunta colpa, così per la mia attuale benevolenza non cercate altra prova se non i segni che derivano dalle mie azioni presenti.
[26] Πολὺ δέ μοι προσήκει ταῦτα μᾶλλον ἐκείνων καὶ τῷ γένει συνηθέστερά ἐστι. Τάδε γὰρ οὐ ψευσαμένῳ μοι λαθεῖν οἷόν τ' ἐστι τούς γε πρεσβυτέρους ὑμῶν, ὅτι ὁ τοῦ ἐμοῦ πατρὸς πάππος Λεωγόρας στασιάσας πρὸς τοὺς τυράννους ὑπὲρ τοῦ δήμου, ἐξὸν αὐτῷ διαλλαχθέντι τῆς ἔχθρας καὶ γενομένῳ κηδεστῇ ἄρξαι μετ' ἐκείνων τῶν ἀνδρῶν τῆς πόλεως, εἵλετο μᾶλλον ἐκπεσεῖν μετὰ τοῦ δήμου καὶ φεύγων κακοπαθεῖν μᾶλλον ἢ προδότης αὐτῶν καταστῆναι.
Ὥστ' ἔμοιγε καὶ διὰ τὰ τῶν προγόνων ἔργα εἰκότως ὑπάρχει δημοτικῷ εἶναι, εἴπερ τι ἀλλὰ νῦν γε φρονῶν τυγχάνω.
Ὧν καὶ ἕνεκα εἰκὸς ὑμᾶς, ἐὰν χρηστὸς ὢν ἀνὴρ εἰς ὑμᾶς φαίνωμαι, προθυμότερόν μου ἀποδέχεσθαι τὰ πραττόμενα.
Queste cose mi riguardano molto di più di quelle e sono più consone alla mia famiglia.
Infatti, non è possibile che io abbia mentito ai vostri anziani sul fatto che mio nonno paterno, Leogora, si oppose ai tiranni in difesa del popolo e, pur potendo riconciliarsi con loro e diventare loro genero e governare la città insieme a quegli uomini, preferì essere esiliato con il popolo e soffrire piuttosto che diventare loro traditore.
Quindi, per le azioni dei miei antenati, è naturale che io sia un democratico, se non altro ora che sono in senno.
[27] Τὸ δὲ δόντας ἐμοὶ τὴν ἄδειαν ἀφελέσθαι ὑμᾶς, εὖ ἴστε ὅτι οὐδεπώποτε ἠγανάκτησα· ὅπου γὰρ ὑπὸ τῶν ἀνδρῶν τούτων αὐτοὶ εἰς ὑμᾶς αὐτοὺς ἐπείσθητε τὰ μέγιστα ἐξαμαρτεῖν, ὥστε ἀντὶ τῆς ἀρχῆς δουλείαν ἀλλάξασθαι, ἐκ δημοκρατίας δυναστείαν καταστήσαντες, τί ἄν τις ὑμῶν θαυμάζοι καὶ εἰς ἐμὲ εἴ τι ἐπείσθητε ἐξαμαρτεῖν;
Sappiate bene che non mi sono mai risentito per il fatto che mi avete concesso l'immunità e poi me l'avete tolta.
Infatti, quando voi stessi, su istigazione di questi uomini, avete commesso il più grande errore nei vostri confronti, al punto da scambiare la libertà con la schiavitù, instaurando una dittatura al posto della democrazia, che motivo ci sarebbe per meravigliarsi se avete commesso qualche errore nei miei confronti su loro istigazione?
[28] Βουλοίμην μέντ' ἄν, ὥσπερ ἐν τοῖς ὑμετέροις αὐτῶν πράγμασιν, ἐπειδὴ ἐξουσίαν ἐλάβετε, τὰς τῶν ἐξαπατησάντων ὑμᾶς ἀκύρους ἔθετε βουλάς, οὕτω καὶ ἐν ᾧ περὶ ἐμοῦ ἐπείσθητε γνῶναί τι ἀνεπιτήδειον, ἀτελῆ τὴν γνώμην αὐτῶν ποιῆσαι, καὶ μήτε ἐν τούτῳ μήτε ἐν ἑτέρῳ τῳ τοῖς ὑμῶν αὐτῶν ἐχθίστοις ὁμόψηφοί ποτε γένησθε.
Vorrei davvero che, come avete fatto con le vostre cose, quando avete preso il potere, avete invalidato le decisioni di quelli che vi avevano ingannato, così anche in quello che avete deciso su di me, rendeste incompleta la loro decisione, e non diventaste mai, né in questo né in altro caso, concordi con i vostri peggiori nemici.
Traduzione di starinthesky per skuolasprint.it
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